Giampiero Prugni

E’ il quinto a scendere in campo candidandosi alla presidenza della Regione Umbria. Giampiero Prugni, imprenditore tessile perugino, scende in campo per l’Italia dei diritti. Se la vedrà contro i quattro già in lizza: Catiuscia Marini per il centrosinistra, Claudio Ricci (che ha intascato l’appoggio del centrodestra), Laura Alunni del Movimento 5 stelle e Amato John de Paulis per Alternativa riformista. Giampiero Prugni è il titolare del maglificio Pmb di Ramazzano.

L’annuncio E’ stato il direttivo locale dell’Italia dei diritti che, dopo un appassionato dibattito sulle scelte attuative e programmatiche da adottare, ha confermato la decisione, già annunciata qualche tempo fa, di partecipare in maniera autonoma alla competizione. «Dopo aver lavorato intensamente in queste settimane – si legge in una nota – al fine di individuare una figura idonea che potesse incarnare la linea politica dell’organizzazione, alla presenza del presidente del movimento, Antonello De Pierro, gli esponenti del direttivo umbro presenti al consesso decisionale hanno votato all’unanimità Giampiero Prugni come candidato alla presidenza della Regione Umbria».

Chi è Giampiero Prugni nasce a Perugia, dove abita e lavora, l’8 settembre del 1948. Titolare del maglificio Pmb di Ramazzano specializzato nell’alta moda fashion, ha collaborato con i più grandi stilisti italiani. Ha ricoperto cariche da vice-presidente del settore tessile presso la Confapi, Confartigianato e Cna. E’ sempre stato attento alle problematiche della piccola e media impresa, non trascurando mai i problemi inerenti ai dipendenti spesso vittime di malcostume. Ha ricoperto fino a poco tempo fa il ruolo di vice-responsabile regionale umbro del movimento politico nazionale Italia dei diritti, da cui si è dimesso per intraprendere il percorso che l’ha portato alla candidatura a presidente della Regione Umbria.

Soddisfatto De Pierro Questa nomina ha ricevuto il plauso di De Pierro: «Sono soddisfatto – commenta – del risultato ottenuto con la convergenza espressa dai rappresentanti locali del movimento sulla figura di Prugni. Tale preferenza è l’epilogo felice di un lungo percorso che ho seguito con interesse, in quanto molto attento alle vicende politiche umbre. Anche se mi era stato chiesto di poter considerare la possibilità di una mia candidatura, ho preferito che la scelta ricadesse su un esponente locale con ottima conoscenza della realtà e delle criticità territoriali. Naturalmente, seguirò molto da vicino l’arduo cammino che ci attende, in quanto sono molto legato a questa regione. Pertanto, ho tenuto molto a essere presente all’incontro che si è svolto per la ratifica finale del candidato alla presidenza».

Movimento per la dignità Ora, secondo De Pierro «è il momento di chiedere ai cittadini di orientare il consenso verso l’Italia dei diritti, in virtù del fatto che rappresentiamo la vera e genuina faccia del cambiamento, essendo lontani da logiche propagandistiche e demagogiche o da esercizi retorici, così come siamo assolutamente distanti dai giochi di potere propri di una certa politica. Noi propugniamo – continua il presidente dell’Italia dei diritti – il diritto soggettivo del cittadino e non permetteremo a nessuno di calpestare, mortificare o marciare con i cingoli dell’arroganza su quella sacrosanta salvaguardia della dignità personale dell’individuo. Inoltre, nonostante varie proposte di entrare in una coalizione, abbiamo deciso di correre da soli in quanto l’offerta politica non ci è parsa idonea a soddisfare le esigenze che la quotidianità impone al cittadino, determinando istanze a cui nella gran parte dei casi la politica finora non è stata in grado di rispondere».

Serve cambiamento «In Umbria – secondo De Pierro – il cambiamento si rivela quanto mai opportuno, la storia ci insegna che nelle democrazie occidentali l’alternanza di governo è quella che garantisce i migliori risultati. In una regione come questa, dove una parte politica gestisce il potere da sempre è quasi inevitabile che si generino e si consolidino percorsi clientelari che poi diventano la regola, rientrando quasi involontariamente nell’ordine naturale delle cose, determinando però quella distorsione che si concretizza in una gestione feudale dell’intero sistema. La nostra sfida è aperta su tutti i fronti, al fine di apportare un miglioramento concreto e percettibile e liberare il proscenio politico da personaggi che da troppo tempo siedono sugli scranni del potere decisionale. Noi ci siamo, ora saranno i cittadini umbri a non dover lasciarsi sfuggire questa occasione irripetibile».

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