«I prelievi svolti nella rete idrica di via Narni hanno riscontrato valori fino a cinque volte superiori al limite stabilito dalla legge per il consumo umano». Lo rendono noto i membri del gruppo consiliare M5s Terni e il consigliere regionale Andrea Liberati. Gli stessi hanno ottenuto dal Sii la documentazione richiesta nel periodo natalizio e ora chiedono un approfondimento in terza commissione. «La norma – proseguono – stabilisce che la somma di tetracloroetilene e tricloroetilene fornite attraverso una rete di distribuzione, nel punto in cui queste fuoriescono dai rubinetti utilizzati per il consumo umano, non possa superare i 10 microgrammi/litro».

M5s Secondo la ricostruzione fornita dai Grillini, il 17 dicembre scorso l’Asm avrebbe svolto dei campionamenti ‘non programmati’ e il valore di trielina riscontrato era stato di 35,7 μg/l. «Le analisi ripetute il 22 dicembre hanno rilevato 39,8  μg/l e quelle svolte il 23 dicembre 51 μg/l. A quanto ci è stato riferito – scrivono dal Movimento – il 24 dicembre, data in cui Asm invia la nota al Sii, sarebbero stati prontamente staccati i pozzi di captazione di San Martino e Mattatoio dall’approvvigionamento dell’acquedotto, nei quali l’acqua aveva raggiunto valori di tetracloroetilene anche 13 volte superiori al limite di legge con 103 e 133,02 μg/l, riscontrati il 28 dicembre».

Contaminazione Oltre i dati forniti dal Sii dopo la richiesta di accesso agli atti, i consiglieri del M5s rendono note le conseguenze della sostanza nell’acqua: «Secondo l’Arpa Veneto  – scrivono – effetti sullo sviluppo degli occhi, delle orecchie, del sistema nervoso centrale, della rima orale sono stati associati con l’esposizione al tetracloroetilene e altri solventi presenti in approvvigionamenti di acqua potabile e l’agente inquinante è ritenuto probabile cancerogeno per l’uomo».

Cosa fare Secondo i pentastellati la questione deve essere immediatamente calendarizzata nella commissione competente, la terza, con una richiesta d’audizione di tutti i soggetti interessati: «È inaccettabile – tuonano – che ad oggi le istituzioni interessate non si siano mai messe intorno ad un tavolo per affrontare la questione della contaminazione. Lo studio dell’Arpa – aggiungono – rende palese come fenomeni di questo tipo siano prevedibili ed evitabili perché direttamente proporzionali alla piovosità e alla siccità. Il sindaco e il Partito democratico hanno respinto la nostra richiesta di interdizione all’uso dei pozzi contaminati e la costruzione di nuovi pozzi privati, sono loro i primi responsabili di questa vicenda».