Il sindaco Frascarelli

di Daniele Bovi

Sono quattro i consiglieri comunali di Bettona che lunedì mattina, dimettendosi, hanno staccato la spina alla giunta di sinistra-centro guidata dal sindaco Stefano Frascarelli, Idv, con un anno e mezzo di anticipo rispetto alla scadenza naturale del mandato. I nomi dei dimissionari (i consiglieri comunali in totale sono otto) sono quelli di Lucio Bambini (Pd), Andrea Castellini (eletto con una lista civica di centrodestra) Gianni Pippi (Pd) e Lamberto Marcantonini (lista civica Quadrifoglio, di centrodestra). Insomma, due nomi di maggioranza e due di opposizione e così per la seconda volta in questa legislatura il sindaco, che dopo aver vinto le primarie fu eletto nel maggio del 2012 col 52,4 per cento dei voti (1.322 contro 1.199) riuscendo a strappare il Comune al centrodestra di Marcantonini, viene sfiduciato. Alla base delle dimissioni sostanzialmente due motivi: il programma elettorale, secondo i quattro non rispettato, e la contestatissima realizzazione di un impianto a biomasse. Non più tardi di ottobre il direttivo del Pd bettonese aveva approvato un documento politico con cui si accusava la giunta di Frascarelli di non perseguire gli obiettivi fissati.

Parla Frascarelli Ma non solo sono questi i motivi. Il sindaco, amareggiato, spiega a Umbria24 che un accordo col Pd, dal segretario regionale Giacomo Leonelli in giù, c’era eccome, ma che poi è saltato. «Loro – dice riferendosi ai dem – chiedevano un rimpasto di giunta perché sostenevano che con un solo assessore la loro visibilità fosse poca. Io ho acconsentito, insieme al sì al riassetto di un ufficio che loro chiedevano e l’assessore Schippa, di Sinistra lavoro, si era detto pronto a fare un passo indietro; martedì sera così mi sono visto con Leonelli, l’accordo c’era, e mercoledì in consiglio comunale avrei spiegato questo, ma la seduta è saltata. Da lì in poi quello che è successo non è ben comprensibile. Io dico che chi della maggioranza ha deciso di firmare le proprie dimissioni insieme all’opposizione, che fa il suo lavoro, se ne assumerà le responsabilità di fronte ai cittadini».

L’impianto e le promesse Anche sulla questione dell’impianto a biomasse per produrre energia elettrica, Frascarelli tiene a precisare di aver fatto il massimo. «Intanto – osserva – non brucerà biomasse coltivate ma scarti. Loro chiedevano una sospensione della procedura di 60 giorni, così ho chiesto un parere all’ufficio legale del Comune. Risposta: l’avvocato ha sconsigliato che un organo politico sospendesse un atto di un organo tecnico, temendo anche conseguenze per le casse comunali in termini di possibili risarcimenti. Ci ha spiegato che sarebbe stato un qualcosa di illecito. Quella sospensiva non potevamo chiederla». Il sindaco rivendica poi i risultati raggiunti «che sono sotto gli occhi di tutti». Dalla «battaglia sugli allevamenti alla differenziata, per la quale siamo stati premiati come primo comune umbro per percentuale raggiunta, fino ai due milioni di euro usati per opere pubbliche». Insomma, «gli impegni con gli elettori sono stati mantenuti da parte di una giunta che ha fatto del rispetto delle regole e della legalità una bandiera».

Al voto in primavera E ora che succede? Delle dimissioni in mattinata è stato informato il prefetto Antonello De Miro, che proprio in queste ore si sta preparando a lasciare la provincia di Perugia. A breve arriverà un commissario prefettizio che traghetterà la cittadina fino alle elezioni che si terranno tra maggio e giugno. Il Comune così andrà al voto insieme a Città di Castello, Assisi, Nocera Umbra, Amelia, Bevagna, Montecastrilli, Avigliano Umbro e Parrano. E al momento la certezza è una: «Io – chiude Frascarelli – non ho nessunissima intenzione di ricandidarmi». «Il triste epilogo del consiglio comunale di Bettona – commenta Oscar Monano, segretario provinciale del Prc – ci parla sicuramente di precise responsabilità politiche e amministrative di una maggioranza che ha disatteso aspettative di carattere programmatico. Lo sappiamo bene noi che abbiamo contribuito alla vittoria finale della coalizione e che poi siamo rimasti fuori per le scelte individuali di chi avevamo sostenuto in lista (il riferimento è a Schippa, ndr). Detto questo anche Bettona ha visto il volto destabilizzante del Pd renziano che invece di scegliere il terreno della battaglia politica ha preferito mettere in discussione il mandato elettorale e popolare dentro una logica di palazzo. Per questo serve da subito costruire un’alternativa di sinistra con proposte concrete e con nuovi interpreti. Noi ci siamo, anche a Bettona».

Twitter @DanieleBovi