Closeup portrait woman hand throwing empty plastic water bottle in recycling bin.

di Cri. Map.

Il cuore verde d’Italia è tra le sette regioni in tutto il paese dove la Tari è la più cara. A Terni costa meno che a Perugia che si classifica nella top venti delle più esose.  Come a dire che l’ondata dei rincari non risparmia nemmeno la spazzatura.

L’Umbria La tassa per la raccolta dei rifiuti pagata da una famiglia umbra è, infatti, di 352 euro di media, nel 2023 rispetto ai 320 della media nazionale. Tra i capoluoghi a livello di costo ci sono alcune differenze: si va dai 389 euro di Perugia ai 315 di Terni. In Umbria, la tariffa è aumentata del 2,4% rispetto al 2022, e nel capoluogo in particolare si registra un incremento del 4%. Addirittura, a Perugia la Tari costa più che a Milano (303 euro di media).

Lo studio Il quadro è quello che emerge dalla annuale rilevazione dell’osservatorio prezzi e tariffe di Cittadinanzattiva, sul costo sostenuto nel 2023 per lo smaltimento dei rifiuti tutti capoluoghi di provincia e prende come riferimento una famiglia composta da tre persone ed una casa di proprietà di 100 metri quadri. L’indagine è realizzata nell’ambito del progetto «Vita da generazione spreK.O.», finanziato dal ministero dell’Ambiente. 

Regione record L’Umbria è la settima regione più esosa: a livello nazionale, infatti, la spesa più elevata si registra al Sud, con la Campania in testa a livello regionale (416 euro, e un leggero aumento dello 0,5% rispetto all’anno precedente), segue la Puglia con 409, la Sicilia con 396 euro di media, la Toscana con 361, Calabria 360, Lazio 359 e, quindi, l’Umbria con 352 euro. Tra le regioni dove la spesa è più bassa ci sono “le vicine” Marche (250 euro).  E sono ben sei i capoluoghi di provincia meridionali nella top ten dei più cari, guidata da Catania dove una famiglia spende mediamente 594 all’anno. Perugia, come detto è a 389 ed è tra le città top venti in questa graduatoria.

La mappa Restando ai capoluoghi di provincia è Udine quello meno caro, con una spesa media a famiglia di 181 euro, tre volte in meno che a Catania. Sono 54 i capoluoghi in cui si registrano aumenti della tariffa, soltanto 20 quelli in diminuzione: l’incremento più elevato è a Lana (+31,2%), la riduzione più consistente ad Imperia (-23,3%).

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