di Gordon Brasco
Più che una città rotta (broken city appunto) qui è il film a essere rotto o, forzando un po’ le parole, ad averci rotto. La storia poteva anche essere interessante se la produzione non avesse assoldato un bambino di 9 anni per scriverla: banale? Di più, scontatissima. Allen Hughes (La vera storia di Jack lo squartatore del 2001, Codice Genesi del 2010) perde quasi subito la speranza di portare a casa un thriller come Dio comanda e tirati i remi in barca lascia che gli attori vadano alla cieca, sperando che la loro professionalità sopperisca alle falle della trama. Mark Wahlbeg non convince ed è un peccato, è un attore che secondo noi ha avuto la sfortuna di imboccare molti copioni sbagliati ma quando ha la possibilità di recitare sul serio sa far valere tutte le carte a sua disposizione. In questo Broken City però Wahlberg si ritrova in una parte così poco originale che potrebbe benissimo essere usata da Wikipedia per la descrizione della parola «stereotipo», battute non certo brillanti e comprimari non all’altezza fanno il resto.
Il cast Catherine Zeta-Jones dovrebbe tornare a fare quello che sapeva fare davvero, ovvero figliare eredi per Michael Douglas, il fatto che recentemente abbia ammesso di aver sofferto di sindromi ipomaniacali dovute al disturbo bipolare non la giustifica per questa recitazione, semmai ne aggrava la posizione. Russell Crowe reduce dai gorgheggi di I miserabili torna a un copione più tradizionale ma senza mordente, se nel musical ispirato alle pagine di Victor Hugo si era dovuto almeno sforzare di credere in quello che stava facendo qui ondeggia tra l’annoiato e il borioso, il che non contribuisce molto a rendere il suo personaggio credibile agli occhi dello spettatore. Forse abbiamo esagerato nel demolire il film ma nel caso di un regista come Hughes vale la pena essere un po’ duri, uno come lui che ha sempre scelto con molta cura i copioni da dirigere, puntando moltissimo sull’originalità della storia e sull’interpretazione dei propri attori non può firmare un filmetto del genere, ne va della sua reputazione e del nostro portafogli.
Un’ora e mezzo di svago Insomma vale la pena spendere dei soldi per questo film? Secondo noi no: il film di suo non è malvagio e offre allo spettatore un’ora e mezzo di svago assicurato il problema è che per i nomi del cast e la filmografia del regista il risultato doveva essere decisamente diverso, non diciamo una storia da «otto» ma non da «rimandati a settembre». Manca la suspance, manca l’originalità, manca una performance del cast che valga davvero il prezzo del biglietto ma soprattutto manca il regista, perché anche una storia non certo da Oscar può diventare interessante anche solo per una fotografia fuori ordinanza o una piccola idea geniale, tutte cose che qui non troverete.
Un film di Allen Hughes. Con Mark Wahlberg, Russell Crowe, Catherine Zeta-Jones, Jeffrey Wright, Barry Pepper. Thriller, Ratings: durata 109 min. USA 2013. 20th Century Fox.
Trama: Billy Taggart è un ex poliziotto di New York, che amava il suo lavoro e lo svolgeva al meglio, fino a quando non si è spinto troppo in là nell’indagine su un omicidio. Ora, è un detective privato che fatica ad arrivare a fine mese. Quando l’uomo più potente della città di New York, il sindaco, gli offre la possibilità di riottenere distintivo e pistola, Billy accetta: ma quella che inizia come un’indagine su un semplice tradimento coniugale, si rivela presto qualcosa di ben più grosso. Billy inizierà così, con tenacia, una vera e propria guerra con il sindaco.
Perugia
Gherlinda: 16.20 18.50 21.20 22.15
Uci Cinemas Perugia: 17.35 20.00 22.25
Foligno
Multisala Clarici: 17.30 20.00 22.30
Terni
The Space: 17.50 20.10 22.35