di Angela Giorgi
Gli esordi in inglese e la svolta in italiano, la leadership della scena indipendente nostrana e il palco di Sanremo, il festival itinerante Tora! Tora! e la partecipazione di Manuel Agnelli a X Factor. La storia degli Afterhours non passa inosservata e arriva nel 2017 a trent’anni: trent’anni e undici dischi esclusi live e raccolte, avvicendamenti nella formazione, polemiche e rivendicazioni. Una storia che è anche storia del rock italiano e che salirà sul palco del Gubbio Doc fest sabato 5 agosto. «Sarà una grande festa», assicura il violinista Rodrigo D’Erasmo nella sua intervista a Umbria24.
MANUEL AGNELLI IMPROVVISA ‘CI SONO MOLTI MODI’ AL FESTIVAL DEL GIORNALISMO
Il tour del trentennale: formazione e brani Manuel Agnelli, il bassista Roberto Dell’Era, i chitarristi Xabier Iriondo e Stefano Pilia, il violinista Rodrigo D’Erasmo e il batterista Fabio Rondanini. Dopo il ritorno dello storico Iriondo e l’abbandono della seconda colonna portante del gruppo Giorgio Prette (alla batteria dal 1990 al 2014) e di Giorgio Ciccarelli (chitarrista dal 1999 al 2014), sono questi i sei portavoce dei trent’anni di musica degli Afterhours: una manciata di date che seguono senza soluzione di continuità il tour dell’ultimo disco ‘Folfiri o Folfox’. «È un tour celebrativo? Sì», ammette Rodrigo D’Erasmo, violinista della band da quasi dieci anni. «È anche frutto di una coincidenza felice che ci ha fatto venir voglia di festa: il tour di ‘Folfiri o Folfox’ era finito e in programma avevamo un lungo stop per riprendere a vivere e scrivere, quando è arrivato il trentennale a scombinarci i piani». Quindici date e una scaletta estesa che comprende anche alcuni brani in inglese e, almeno per pochi concerti, il ritorno del vecchio amico Giorgio Prette. «Avevamo voglia di fare festa, soprattutto di regalare una festa al pubblico».
X Factor, il pubblico, la musica indipendente Alfieri riconosciuti della musica indipendente italiana, che hanno contribuito a far crescere creando un codice espressivo riconoscibile e promuovendo iniziative come il Tora Tora! (festival itinerante, sul modello del Lollapalooza americano, che all’inizio degli anni 2000 arruola le migliori band del panorama alternativo italiano), gli Afterhours hanno abituato i loro fan a repentini cambi di rotta. Sfidando apertamente quello stesso ambiente “indie” di cui sono stati tra i padri fondatori, partecipano al festival di Sanremo nel 2009. Il vero “scandalo” arriva, però, nel 2017: Manuel Agnelli diventa giudice di X Factor e il rock indipendente entra in televisione. Una scelta che, anche a confronto della precedente partecipazione di Morgan, viene percepita da molti come un tradimento e diventa inevitabilmente oggetto di polemiche. Al suo fianco come producer, anche Rodrigo D’Erasmo. «Amo le sfide e, quando Manuel mi ha chiesto di affiancarlo, mi sono fidato», racconta il violinista. «Ho pensato che sarebbe stato interessante lavorare in un mondo così diverso da quello a cui siamo abituati, un mondo che subisce molte pressioni e dinamiche professionali impegnative. Sarò di nuovo al fianco di Manuel quest’anno per la categoria delle band: potremo fare quindi un lavoro più vicino al nostro rispetto al lavoro di semplice arrangiamento che si fa con i cantanti». Paura di perdere una fetta di pubblico, quello più affezionato agli Afterhours “duri e puri”? «Abbiamo ricevuto critiche feroci anche per molto meno», confessa D’Erasmo. «Come sempre, ce ne siamo fregati. Una cosa è il rispetto per il proprio percorso, un’altra è diventare vittime di chi ti segue. Grazie a X Factor abbiamo attirato anche molti curiosi che, attraverso il personaggio televisivo, si sono avvicinati alla nostra musica. Un nuovo pubblico che non avremmo mai raggiunto».