di Giorgia Olivieri

Una storia di cura e di recupero quella dell’agriturismo Le Cappuccinelle e del ristorante Settedue, a pochi passi da Perugia. In questo angolo di natura la tradizione culinaria umbra si fonde con una ricerca attenta e sapiente dei sapori e delle materie prime, molte delle quali coltivate e raccolte in loco, a partire dal protagonista assoluto: lo zafferano. È così che da un ex convento nasce il progetto di Eros Giovannini e Sabina Maggesi, «un posto in cui sentirsi a casa».

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Le Cappuccinelle La storia di questo agriturismo parte da lontano, per la precisione nel 1635, quando un marchese locale ordina la costruzione di un dormitorio per l’ordine francescano femminile delle Cappuccinelle in questo terreno. Quella delle Cappuccinelle è una storia tutta da riscoprire. Queste suore, infatti, si occupavano principalmente di aiutare donne con difficoltà: «Madri sole, ragazze con una particolare visione del loro tempo, controcorrente», spiega Sabina. L’ordine aveva la sua collocazione perugina nel quartiere di Borgo XX giugno, «da lì scendevano per fare gli orti in questo terreno – continua Maggesi – dopo dieci anni si installarono qui, nei due dormitori costruiti».

Suites e spa L’agriturismo conserva alcuni degli elementi originali del diciassettesimo secolo, dalla pianta, al parquet fino alle travi dei soffitti nelle stanze delle due torrette principali. Entrando nelle undici camere si respira un’aria di serenità e completo relax, grazie anche alla presenza di questi elementi d’altri tempi. Fiore all’occhiello della struttura sono le due piscine, una esterna e una interna, parte dell’area spa, e le due suites private, entrambe con idromassaggio, di cui una anche con sauna. A completare l’atmosfera accogliente ci sono le pietre delle murature esterne, provenienti da Gubbio e Orvieto, e il magnifico ulivo che fa da padrone nel cortile esterno, elementi che rimandano alle case umbre di una volta.

Ristorante Settedue Non è solo l’atmosfera a essere confortevole, lo sono soprattutto i sapori e che caratterizzano il ristorante Settedue e i vini della cantina Torre Penne. Il ristorante, accessibile anche agli esterni, vive di pari passo con il clima e i prodotti stagionali dell’Umbria, «musa ispiratrice della nostra cucina contemporanea». Nella tavola di Settedue, infatti, sono presenti solo prodotti locali, molti dei quali coltivati nelle terre dell’agriturismo, altrimenti provenienti da aziende agricole del territorio. Al centro della produzione regna lo zafferano, che la signora Sabina coltiva e raccoglie con le sue mani. Da qui prende nome il ristorante: «Sono i 72 minuti, a partire dall’alba, tempo massimo di raccolta per mantenere la purezza dello zafferano, mentre il fiore ancora è chiuso», spiega Sabina. Il frutto di questa raccolta è destinato quasi esclusivamente al ristorante, dove nelle mani del cuoco lo zafferano trova la sua massima espressione. Non solo zafferano, ma anche olio e miele nascono in casa a Le Cappuccinelle.

Torre Penne Cosa sarebbe un buon ristorante senza un buon vino? Nella tavola di Settedue, infatti, il pasto è rigorosamente accompagnato da una delle otto etichette prodotte dall’azienda agricola di Eros e Sabina. L’azienda nasce con lo scopo di ricostruire il modello delle fattorie del passato, proprio per questo i due si sono impegnati dal 2016 nel recupero di vini con una storia lunga ottant’anni. La produzione dell’azienda conta al momento circa 20mila bottiglie all’anno, di cui la metà si riversa nei bicchieri di Settedue e Flora, punto acquisto e degustazione dei prodotti dell’azienda. Passito, Trebbiano, Sangiovese, Pinot grigio e bollicine tutti da gustare.

Nota amara Il press tour si sarebbe potuto arricchire di una documentazione fotografica in cucina, ma il cuoco l’ha impedita.

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