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di Chiara Fabrizi

A Natale l’occupazione media degli alberghi in Umbria gira tra il 50 e il 55 per cento, seppur con delle eccezioni, mentre a Capodanno gli hotel di tutto il territorio regionale hanno già venduto il 75-80 per cento delle camere, ma l’ambizione è di raggiungere il 90 per cento. Questa la fotografia scattata dal presidente regionale di Federalberghi, Simone Fittuccia, che a Umbria24 ha indicato «Gubbio e Trasimeno come i due territori che performano molto bene già in questa prima fase delle festività, avendo fatto già registrare dei sold out nonostante il Natale sia per sua natura un momento che le famiglie amano trascorrere in casa».

Il capo degli operatori del settore, poi, spiega che «anche ad Assisi si sta lavorando bene e pure i borghi quest’anno per Natale stanno ottenendo buoni risultati, con tassi di occupazione tra il 50 e il 55 per cento». A Perugia, poi, «siamo intorno al 50 per cento, come a Orvieto, mentre Spoleto è anche un pochino più basso, girando tra il 45 e il 50 per cento», dice Fittuccia.

Il Capodanno, invece, ha una maggiore vocazione turistica e la ricognizione compiuta nelle ultime ore da Federalberghi tra gli associati lo conferma: «Per la fine e l’inizio dell’anno l’Umbria – dice il presidente – viaggia già con un tasso di riempimento del 75-80 per cento, ma pensiamo che con le prenotazioni last minute si possa raggiungere a livello regionale il 90 per cento, sperando che il meteo ci assista e quindi non condizioni le scelte di questa tipologia di turisti. Chiaro è – spiega – che quando parliamo di 90 per cento intendiamo che le strutture alberghiere che hanno sede nei centri storici saranno sold out», mentre quelle meno centrali avranno qualche margine di accoglienza.

Fittuccia, poi, segnala che «l’80 per cento dell’incoming turistico di queste festività è italiano e proviene soprattuto da Lazio, Campania e Lombardia, ma arriveranno anche molti toscani, emiliani e marchigiani». La quota residua è in capo ai visitatori internazionali «ed è fatta prevalentemente di sudamericani e nordamericani, anche se i primi prevalgono sui secondi».

L’altra indicazione che arriva da Federalberghi è probabilmente effetto delle celebrazioni per gli 800 anni dalla morte di San Francesco d’Assisi: «Dopo il 5 gennaio arriva il calo fisiologico per il turismo, anche se quest’anno la stagione sembra stia ripartendo con un mese d’anticipo, ossia da metà febbraio anziché da metà marzo».

Il bilancio dell’ultimo scorcio del 2025 è quindi considerato «soddisfacente» dagli operatori turistici secondo Fittuccia, che parla di un «quadro positivo, in sostanza in linea coi dati dello scorso anno, seppur a fronte di lieve calo a livello regionale sul Natale, ma parliamo di una flessione del 5 per cento». Quindi il messaggio agli amministratori regionali: «La nostra speranza è che si continui a lavorare per far crescere il turismo e lo diciamo perché una serie di voci segnalano che l’Europa sui fondi strutturali del prossimo settennato intenda sostenere la manifattura lasciando indietro il turismo e non vorremmo che il lavoro fatto in questi anni venga perso nei prossimi»

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