La Tk-Ast di Terni (Foto U24)

di M. To.

Prima la solidarietà, poi la preoccupazione e, infine, le richieste. Anche il partito comunista dell’Umbria prende posizione sulla situazione che si è venuta a creare «dopo il via libera dell’antitrust alla proposta di riacquisizione di Ast da parte di ThyssenKrup».

La solidarietà «Esprimiamo massima vicinanza umana, nonché forte solidarietà politica nei confronti di tutti i lavoratori diretti e indiretti del sito siderurgico Ast di Terni – dice il Partito comunista dell’Umbria – e auspichiamo che sia quanto prima messo a punto un serio e ambizioso piano industriale, caratterizzato dalla presenza di forti e massicci investimenti in tecnologia e innovazioni di processo e di prodotto, atto a rilanciare fortemente il sito di viale Brin, che, lo ricordiamo, è uno dei pochi impianti europei a circuito integrato, in modo da tutelare tutti i lavoratori diretti ed indiretti dello stabilimento ternano».

IL RITORNO DI AST IN THYSSENKRUPP

La preoccupazione L’Ast e le sue eccellenze siderurgiche, mette in risalto il Partito comunista dell’Umbria «hanno 130 anni di storia, lo stabilimento di Terni è un sito integrato all’avanguardia, pioniere in tante tecnologie e, ad oggi, rappresenta la più grande azienda dell’Umbria in termini di numero di addetti, fatturato e quota dello stesso che viene destinato a ricerca e sviluppo. Senza l’attuale assetto dell’acciaieria, la nostra regione sarebbe davvero ridotta a ben poca cosa».

La richiesta Per questo, i comunisti umbri sollecitano «fortemente la Regione Umbria e ancora più il governo italiano e tutti gli eruoparlamentari eletti in Italia centrale a tenere molto alta la guardia e a produrre il massimo sforzo affinché la vertenza dell’acciaio ternano sia sotto i riflettori e siano preservati tutti i 2.700 posti di lavoro diretti e i circa 2mila posti di lavoro indiretti che ruotano attorno all’acciaieria di viale Brin».

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