di M.To.
Più complicata del previsto, la storia dei lavoratori a cui è stato bloccato il badge di ingresso e lasciati ‘a spasso’ per un appalto che è passato di mano all’interno della Tk-Ast. Intanto perché al momento non lavora nessuno dei 24 operai in questione, ma non solo.
L’appalto Le ditte interessate, tanto per cominciare, sono tre. Perché l’appalto perso dalla Rigato di Venezia alla scadenza dell’anno – e i cui 24 operai attualmente sono in attesa di conoscere la propria sorte – è stato inserito in uno di più ampie dimensioni e, insieme alla Iosa, sarà gestito da un’altra impresa ternana: la Cosp Tecno Service, con la quale è stata data vita ad un’associazione temporanea di imprese che, ovviamente, hanno già il loro personale.
I lavori La Cosp Tecno Service, però, dalla faccenda dei badge bloccati si chiama subito fuori: «La nostra – spiega il direttore della divisione ambiente ed ecologia, Maurizio Tonnetti – è una presenza nell’Ati che di fatto non modifica quello che era già il nostro ruolo all’interno dello stabilimento, in quanto continueremo ad occuparci, con il nostro personale, degli interventi al ‘treno a caldo’ che già svolgiamo da tempo; mentre Iosa lavorerà in ‘acciaieria’».
I mezzi Però spunta un’altra questione tutta da chiarire. Perché la Rigato ha, sì, perso l’appalto, ma avrebbe conservato un ‘asset’ importante all’interno dello stabilimento ternano: i mezzi utilizzati per le lavorazioni. Già, perché la Iosa, che è subentrata, utilizzerebbe – pagando l’affitto – proprio i mezzi della Rigato. Che, quindi, manterrebbe una ‘rendita di posizione’ non trascurabile e che, senza avere più lavoratori da pagare, non è una cosa trascurabile.
I lavoratori Nessuno dei 24 operai che la Rigato impiegava all’interno della Tk-Ast, infatti, sta attualmente lavorando «e nessuno si è preso la briga di far sapere loro – dicono dalla Filcams Cgil – quale sarà la loro sorte. I lavoratori hanno già fatto pervenire alla Iosa la loro piena disponibilità, ma non hanno ricevuto risposta». Ma con loro non si è fatta viva nemmeno la Rigato «e a questo punto – dice ancora il sindacato – ci auguriamo che il 9 gennaio prossimo, quando ci incontreremo nell’ufficio del prefetto, si possa conoscere la posizione di quell’azienda».
Il prefetto Già, perché giovedì prossimo si dovrebbe svolgere il vertice che, nelle intenzioni del prefetto Bellesini, avrebbe dovuto aver luogo nella mattinata di venerdì, ma che è stato rimandato per l’indisponibilità proprio di Rigato e Iosa: «Sarà anche l’occasione – spiegano alla Filcams – per mettere la Rigato di fronte alle proprie responsabilità».