di Marta Rosati
«Siamo il secondo produttore di acciai speciali; forniamo, con loro soddisfazione, i più grandi gruppi automobilistici e manifatturieri ma vogliamo fare di più, vogliamo fare di Ast un’eccellenza riconosciuta a livello internazionale». La fine dell’anno si avvicina e l’ad di Acciai speciali Terni, Massimiliano Burelli, annuncia le sfide del 2017, tra le quali l’incremento dei volumi produttivi oltre il milione di tonnellate, e il bagaglio che serve per vincerle.
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OPEN DAY ‘PASSIONE D’ACCIAIO’: FOTOGALLERY
Massimiliano Burelli «Dobbiamo cambiare pelle come abbiamo iniziato a fare – ha detto l’ingegnere a margine della messa in azienda – migliorare per i nostri clienti e fare profitto per i nostri azionisti. Ci attendono mesi difficili ma abbiamo già fissato gli obiettivi: superare il milione di tonnellate, mettere in funzione la linea 6, mantenere l’occupazione, accrescere la qualità, incrementare la lean production e diminuire il numero di infortuni». Sfide ambiziose ma Burelli è fiducioso: «Non ci mancano le energie, l’intelligenza, la creatività e lo spirito di sacrificio». Accolto con un applauso il suo discorso all’Open day Ast, evento largamente partecipato con migliaia di ternani tra dipendenti e loro famigliari ed amici in fila per effettuare il tour tra i capannoni della gigantesca acciaieria di viale Brin.
Open day Ast Nell’agorà della palazzina dell’orologio attrazioni per bambini e adulti, punto ristoro, stand promozionali e informativi, tra cui quello del Clt, della Cassa mutua aziendale, del progetto legalità, poi lo spazio con i lavori prodotti dai dipendenti nell’ambito di ASTory. Lo stesso Burelli ha apprezzato l’esposizione: «Quel lavoro dimostra che 1800 dipendenti si sono messi in gioco e hanno espresso la loro creatività, in tutti si legge l’orgoglio dell’appartenenza a questa realtà». La classica messa di Natale in fabbrica quest’anno è stata aperta a tutti con una giornata di full immersion nel mondo dell’acciaieria ternana, senza dubbio una strategia di marketing: «Non abbiamo bisogni di iniziative per dire ‘siamo bravi e belli’ – replica l’ad – ma vogliamo sempre più avvicinarci alla città.
Terremoto «Il Natale di quest’anno è reso dimesso a motivo della sofferenza che ha colpito le popolazioni terremotate – ha detto il vescovo della diocesi di Terni, Narni e Amelia padre Giuseppe Piemontese – e anche per tanta povertà sempre più diffusa. Lo stesso mondo del lavoro non vede diminuire la disoccupazione, anzi il rischio di nuovi disoccupati si fa reale, penso ai lavoratori del Gruppo Novelli, né si allarga la qualità dell’impiego. E tuttavia la solidarietà dimostrata verso i terremotati, anche in questo luogo, è un segno di recupero dei valori natalizi dello scambio di doni tra gli uomini, come lo è tra Dio e l’umanità. Compiamo un atto religioso in questo luogo – ha esortato – cattedrale dell’operosità umana e civile, tempio dove la fatica dell’uomo si trasforma in sacrificio e preghiera elevata a Dio creatore per il progresso umano, civile e religioso di ognuno, per il benessere della società, per la partecipazione all’opera creatrice di Dio».
@martarosati28