di Fabio Toni
I sindacati confederali preparano lo sciopero generale e la manifestazione del prossimo 18 giugno e assicurano: «Terni e il movimento operaio daranno l’ennesima dimostrazione della loro civiltà». Intanto il segretario provinciale della Camera del lavoro Romanelli attacca Outokumpu: «Ipocrita la solidarietà espressa al sindaco dopo gli incidenti, visto che si continua a depotenziare il sito di Terni».
Lo sciopero Il prossimo 18 giugno sarà sciopero generale a Terni e provincia, per l’intera giornata. Il corteo di lavoratori e sindacati prenderà le mosse alle ore 9 dai cancelli dell’acciaieria. La conclusione – da decidere se in piazza Europa o in piazza della Repubblica – vedrà gli interventi di Susanna Camusso (Cgil), Pietro Cerrito (Cisl) e Guglielmo Loy (Uil).
«Individuare le responsabilità» L’impegno dei sindacati perché l’evento non produca altre tensioni è massimo. Ma a loro non è andato già quanto accaduto lo scorso 5 giugno. E ci tengono a dirlo, andando oltre la diatriba manganello-ombrello. «La protesta di questa città merita il rispetto di tutti – afferma il segretario regionale della Cgil, Mario Bravi – e mercoledì scorso questo rispetto non c’è stato. Una manifestazione pacifica, in linea con la tradizione del movimento sindacale, è stata gestita in maniera confusa dalla questura. Quando accaduto ha prodotto una lacerazione del tessuto sociale che si può suturare solo con un’assunzione diretta di responsabilità. Per questo apprezziamo le dichiarazioni del prefetto Vittorio Saladino che ha evidenziato come l’approccio non sia stato quello giusto».
«Basta tensioni, parliamo di lavoro» «Il 18 giugno ci sarà l’ennesima prova di democrazia – afferma Ulderico Sbarra, segretario regionale Cisl – e tutto quello che è accaduto di recente ci ha spinti a dare un’importanza ancora maggiore alla manifestazione. Siamo i primi a voler scongiurare un ritorno al passato. Non è di ordine pubblico che vogliamo parlare, ma di lavoro e occupazione». Gli fa eco Attilio Romanelli (Cgil): «I fatti di mercoledì hanno aggiunto tensione a una situazione di per sé complessa. Non ce n’era davvero bisogno. Il nostro obiettivo è creare solidarietà attorno alle questioni centrali per questa città, su tutte il lavoro. Per questo vogliamo ristabilire un clima di reciproca fiducia, liberando il campo da tensioni e veleni».
Depotenziamento E l’Ast? In attesa di conoscere i dettagli del piano siderurgico europeo – serpeggia il timore che possa trattarsi solo di un elenco di buone intenzioni – nel mirino ci finisce il depotenziamento del sito. Graduale e tutt’altro che impercettibile. Da 120 mila tonnellate al mese di fuso, si è passati a 90 mila. E la discesa potrebbe proseguire. Con una cassa integrazione che sfiora i sette giorni al mese. Romanelli esce dalla ‘diplomazia’. E attacca. «Quello che accade non è colpa solo della crisi – spiega – ma anche di scelte mirate volte a trasferire altrove i volumi e le attività: oggi i centri servizi italiani comprano in Finlandia e non più a Terni. Il mercato e il gruppo dirigente di Outokumpu hanno avuto mano libera, creando una situazione di squilibrio. E il mercato europeo dell’acciaio non deve difendersi solo dagli attacchi esterni. Nessuno ha vigilato su quanto stabilito lo scorso novembre dall’antitrust».
Polo chimico È Ulderico Sbarra (Cisl) a ricordare come la faccia della crisi, a Terni, «non è solo quella dell’Ast, ma anche del polo chimico che si trova su un binario pericoloso. E la rabbia aumenta se si pensa che qui e in tutta l’Umbria si potrebbe fare ancora molto. Abbiamo perso troppo tempo. In questo contesto – aggiunge non senza polemica – la Regione deve dimostrarsi meno arroccata e permalosa, perché le critiche in una fase dura come questa possono starci. E gli stessi industriali devono esporsi, perché finora hanno scelto un profilo troppo marginale rispetto alle grandi crisi di questi anni. La partita è sulla crescita, ma finora in Umbria si è lavorato soprattutto sulla redistribuzione».
Sindacati compatti Una manifestazione, quella del 18, che si lega all’altro evento unitario del prossimo 22 giugno a Roma. Ulderico Sbarra sottolinea la ritrovata concordia fra le tre sigle confederali: «Di fronte a alla gravità della situazione, i sindacati hanno messo da parte divergenze e distinguo, cercando l’unità sulle cose che contano, dimostrando responsabilità». Per il segretario regionale della Uil, Claudio Bendini, «non c’è più tempo da aspettare, visto che sempre più famiglie sono in difficoltà. Lo dimostra anche il boom di coloro che si rivolgono ai compro oro: dal 9% nel 2011 si è passati al 28% dell’anno scorso. Percentuali destinate a crescere, come quella delle famiglie che non riescono più a pagare i mutui».