Il Polo chimico di Terni

di Fabio Toni

Terni Research si chiama fuori dal progetto di rilancio del polo chimico di Terni. Tattico o reale che sia, il disimpegno del gruppo internazionale presieduto da Stefano Neri è destinato a fare rumore. La lettera che formalizza la decisione, a firma dell’amministratore delegato di Terni Research, Spartaco Franconi, è giunta sui tavoli di Regione, Sviluppumbria e della stessa Basell. Sulla vicenda pesa la totale assenza di risposte della multinazionale americana in ordine all’offerta di acquisto delle aree industriali di Terni. Nella sua missiva, Franconi parla del «perdurare di una situazione di incertezza che pregiudica la possibilità di effettuare altri investimenti produttivi».

La protesta E scatta, subito, la reazione dei lavoratori. Lunedì mattina, alle 7, verrà data vita ad un presidio davanti ai cancelli del polo chimico, mentre alle 10 si terrà una conferenza stampa delle organizzazioni sindacali

Il progetto Per di rilancio del polo ternano nel segno della chimica verde, Novamont, Terni Research, Cosp Tecnoservice e Co.Re.Pla avevano messo in piedi un progetto che perde – o rischia di perdere – un pezzo fondamentale, legato alla produzione energetica del nuovo sistema ‘green’. Un pezzo che rischia di far cadere tutta l’intelaiatura. Impossibile non collegare la decisione di Terni Research all’assoluto silenzio di Basell rispetto all’offerta d’acquisto messa in piedi dalla new-co a guida Novamont. Un’offerta che nel tempo è salita da 4 a 6,5 milioni di euro, per un’area attrezzata che si estende per circa 37 ettari. A nulla sono finora valsi i solleciti, neppure quelli istituzionali. Come la lettera, inviata nei giorni scorsi alla proprietà di Basell dal sottosegretario al ministero dello sviluppo economico Claudio De Vincenti. Anzi, dai rumors sembra che Basell Italia una risposta l’abbia fornita. Chi l’ha letta, però, la giudica «insoddisfacente e irritante».

Lo sconforto Se finora aveva regnato l’incertezza, ora si può parlare di sconforto. Perché il sistema produttivo regionale, non solo ternano, aveva puntato forte sulle nuove prospettive disegnate da Novamont, Terni Research e dagli altri partner industriali. Un progetto che si sta scontrando con il silenzio inquietante della multinazionale, nonostante le sollecitazioni giunte da più parti. Come quella dei parlamentari Democratici Gianluca Rossi e Marina Sereni. «Non c’è più tempo da perdere – affermano i due neo-eletti in una nota congiunta – e la Basell deve dare una risposta chiara. Non si può far passare altro tempo, inutilmente. A rischio c’è una tradizione, un sistema industriale e produttivo e un pezzo del futuro di un intero territorio. Centinaia di famiglie sono ancora aggrappate agli ammortizzatori sociali, destinati ad esaurirsi nel giro di pochi mesi. Non è possibile che dalla multinazionale giungano solo silenzi che sono uno schiaffo in faccia al territorio che, al comparto della chimica nazionale e alla stessa Basell, ha dato tanto in termini di competenze, lavoro e produzioni».

2 replies on “Terni Research abbandona il progetto di rilancio del polo chimico, che rischia di naufragare”

  1. Ma facciamo finalmente la nazionalizzazione delle industrie e delle banche private che hanno sfruttato il nostro territorio finchè hanno potuto e che ora ci lasciano con il debito e non pagano nulla per il rilancio economico. NAZIONALIZZARE!!! STATO DI NUOVO SOVRANO. ABBIAMO I MIGLIORI PRODOTTI DEL MONDO. RIPRENDIAMOCI LA SOVRANITÀ. IN C… ALL’EUROPA CHE DISTRUGGE LA NOSTRA ECONOMIA COME LA NOSTRA AGRICOLTURA. SVEGLIAMOCI!!!

  2. Ma facciamo finalmente la nazionalizzazione delle industrie e delle banche private che hanno sfruttato il nostro territorio finchè hanno potuto e che ora ci lasciano con il debito e non pagano nulla per il rilancio economico. NAZIONALIZZARE!!! STATO DI NUOVO SOVRANO. ABBIAMO I MIGLIORI PRODOTTI DEL MONDO. RIPRENDIAMOCI LA SOVRANITÀ. IN C… ALL’EUROPA CHE DISTRUGGE LA NOSTRA ECONOMIA COME LA NOSTRA AGRICOLTURA. SVEGLIAMOCI!!!

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