I lavoratori della Sangemini Fruit

di Chiara Fabrizi
Twitter @chilodice

Alla fine l’ipotesi di presentare istanza in Regione per richiedere la cassa in deroga e assicurare un reddito ai 17 lavoratori di Sangemini fruit è saltata perché, spiega chi ha seguito la procedura, l’attivazione dell’ammortizzatore sociale avrebbe potuto compromettere il concordato del gruppo, come noto approvato e omologato, prestando il fianco a creditori che, a quel punto, avrebbero potuto rivendicare una modifica delle proprie posizioni.

LA VERTENZA SANGEMINI

Sangemini fruit E così, tra le pieghe di leggi e tecnicismi, i 17 lavoratori dell’azienda dopo aver firmato per senso di responsabilità l’accordo sindacale, che di fatto ha permesso la ripartenza di Sangemini Acque, sono stati nuovamente sacrificati in nome dell’operazione di salvataggio del gruppo, indubbiamente complessa e articolata. In buona sostanza lo spiraglio per la cassa in deroga che si era aperto nelle ultime settimane è stato richiuso da commissari e liquidatore che, filtra, dopo attente valutazioni non hanno voluto correre il rischio di rimettere in discussione l’intero concordato.

IL CASO ‘FRUIT’

Cgil, Cisl e Uil Un epilogo che non piace affatto a Cgil, Cisl e Uil che, guardando all’ipotesi ormai sfumata della cassa in deroga, parlano di  «tentativo negato dagli organi della procedura che avrebbe potuto dare una risposta, seppur minima, ai lavoratori». Ma recriminazioni a parte ora urge trovare una soluzione per i 17 dipendenti «rimasti fuori – come evidenziano i sindacati in una nota – dal perimetro aziendale, nonostante innumerevoli promesse e rassicurazioni».

Ipotesi ricollocazione E in questo senso i sindacati tornano alla carica chiedendo lumi  «sull’ipotesi di ricollocazione delle maestranze che l’assessore regionale Vincenzo Riommi aveva paventato tempo addietro, rispondendo a un’interrogazione in consiglio. Se la possibilità è realmente spendibile – prosegue la nota – è tempo che venga messa sul tavolo che auspichiamo sia convocato dai sindaci di Terni e San Gemini, diversamente i lavoratori metteranno in atto tutte le forme di protesta che riterranno necessarie per ottenere un interessamento fattivo da parte delle istituzioni».

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