Una protesta dei lavoratori Novelli

di Chiara Fabrizi

Vendita della Novelli al palo. Due soci storici della Novelli al tavolo del ministero dello Sviluppo economico (Mise) hanno infatti respinto la proposta di acquisto presentata dall’azienda calabrese iGreco della famiglia Greco di Cariati (Cosenza), che con una delegazione ha partecipato al summit insieme al Consiglio di amministrazione tecnico presieduto da Alessandro Musaio, alle organizzazioni sindacali, ai rappresentanti delle istituzioni locali. Quest’ultime congiuntamente all’uscita dal summit hanno espresso «sconcerto e preoccupazione» per la piega presa dalla trattativa.

Respinta l’offerta dei Greco Presidiato da circa 200 operai che hanno raggiunto Roma dall’Umbria ma anche dal Lazio e dalla Lombardia, il lungo confronto non ha però permesso di sbrogliare la matassa con la disponibilità alla cessione delle quote da parte di Ferdinando ed Enzo Novelli, mentre ci sarebbe stata l’apertura di Torquato. All’incontro i potenziali acquirenti, a guidare la delegazione sarebbe stato Saverio Greco, non avrebbero presentato un piano industriale ma illustrato le proprie intenzioni, a cominciare dalla volontà di rilevare l’intero Gruppo e non rami di azienda, come invece prevedono le altre proposte sul tavolo. Secondo quanto ricostruito, oltre ad accollarsi 120 milioni di debiti e a dirsi pronti a programmare investimenti per 15 milioni, i rappresentanti dell’azienda iGreco avrebbero anche assicurato l’impegno alla salvaguardia de livelli occupazionali almeno per quanto riguarda gli operai, mentre per impiegati e dipendenti ci si è riservati. Sempre l’acquirente, poi, si sarebbe detto disponibile a iniettare subito 1,5 milioni di liquidità per fronteggiare l’emergenza stipendi.

Sindacati infuriati Sul punto il Consiglio «ha più volte dichiarato di non aver la liquidità necessaria per portare avanti l’azienda e pagare le spettanze, tanto che – ripetono le organizzazioni sindacali – l’epilogo del fallimento è probabile». Netta la condanna di Fai-Cisl, Flai-Cgil e Uila-Uil alla decisione dei soci Novelli di rifiutare l’offerta, bollata come «irresponsabile, perfino vergognosa, alla luce dei tanti sforzi e sacrifici fatti dai lavoratori in questi anni per garantire continuità produttiva». L’offerta è stata comunque rifiutata dopo una pausa e una riunione che ha permesso ai tre Novelli, accompagnati dagli avvocati, di confrontarsi salvo poi respingere comunque la proposta dei Greco. Al tavolo, si riferisce da più parti, i soci non hanno illustrato un’alternativa né avanzato formalmente richieste di natura economica.

Protesta improvvisata sotto casa dei Novelli La rabbia delle maestranze è comunque montata a Spoleto dove lunedì sera, dopo essere rientrati dalla manifestazione di Roma, una novantina di operai si sono radunati sotto l’abitazione di Ferdinando ed Enzo Novelli per una protesta simbolica che ha comportato dei lievi rallentamenti al traffico, su cui hanno vigilato gli uomini del commissariato. Da martedì sono poi indette assemblee in tutti i siti produttivi al fine di stabilire come procedere: «Il futuro del Gruppo si deciderà nelle prossime ore – scrivono in una nota congiunta i sindacati –  se la proprietà non dovesse accettare l’offerta sarà ritenuta da tutti l’unica e vera responsabile di un fallimento che potrebbe ancora ad oggi essere evitato. Chiediamo alle istituzioni di mettere in campo tutte le iniziative utili per richiamare la famiglia alle proprie responsabilità. Non è più tollerabile che i Novelli, dopo aver portato l’azienda nel baratro debitorio, giochino con l’esasperazione dei lavoratori solo per biechi interessi personali, privi di ogni legittimità».

Dal Mise ai Comuni: «Cconcerto e preoccupazione» Dalle istituzionie si registra la presa di posizione del fronte composto da Mise, le Regioni Umbria, Lazio e Lombardia e i Comuni di Spoleto, Terni e Amelia che esprime «sconcerto preoccupazione. Nel corso dell’incontro è stata presentata l’offerta vincolante da parte della società ‘Igreco’ sull’intero perimetro che garantisce la salvaguardia degli attuali livelli occupazionali e che tiene conto di tutte le esigenze che in questi anni hanno manifestato le istituzioni centrali e locali e le rappresentanze dei lavoratori. Questa offerta, che l’attuale consiglio di amministrazione ha rappresentato come l’unica che presenta i requisiti necessari a garantire non solo la continuità aziendale ma anche la valorizzazione di tutti gli asset attraverso consistenti investimenti, è stata al momento accolta solo da uno dei tre soci di maggioranza del Gruppo, Torquato Novelli, mentre gli altri azionisti l’hanno rigettata senza alcuna motivazione ne’ proponendo alternative. Le istituzioni – conclude la nota – esprimono pertanto profonda preoccupazione rispetto agli scenari che ne conseguono e alle gravi ripercussioni di ordine pubblico, sociale e sanitario che tale scelta può comportare. Invitano la proprietà ad assumersi tutte le responsabilità in ordine agli obiettivi di salvaguardia dell’azienda e dei posti di lavoro, che le Istituzioni stesse continueranno a perseguire con determinazione».

@chilodice

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