Una lettera per richiedere un incontro urgente con il direttore dell’Ente irriguo umbro toscano Diego Zurli, con i presidenti delle Province di Perugia ed Arezzo, Guasticchi e Vasai e gli assessori regionali all’agricoltura Cecchini e Salvatori, che possa contribuire a restituire fiducia e serenità alla comunità, ma soprattutto garanzie al futuro dell’agricoltura dei territori interessati al “guasto” della diga di Montedoglio. Questo l’esito del summit dei dirigenti Coldiretti Perugia e Arezzo di stamane a Sansepolcro, che ha fatto il punto sulla difficile situazione creatasi anche per l’agricoltura del territorio, in seguito all’incidente della diga.

Grande preoccupazione L’incontro, richiesto con una lettera a firma dei presidenti della Coldiretti Perugia ed Arezzo, Luca Panichi e Tulio Marcelli, ha l’obiettivo di esaminare le prospettive legate agli eventi del 29 dicembre scorso e ottenere dei chiarimenti a garanzia delle imprese agricole che si apprestano a pianificare la prossima stagione. «Coldiretti – si legge infatti nella lettera – esprime tutta la propria preoccupazione oltre che per i danni già subiti dagli imprenditori agricoli coinvolti con terreni e strutture nella perdita d’acqua della diga, anche per il rischio concreto circa l’utilizzo dell’acqua ad uso irriguo, che si prospetta nel prossimo futuro».

Agricoltura minacciata «Proprio quest’ultimo aspetto – sottolinea Coldiretti – potrebbe penalizzare gravemente le attività agricole delle zone interessate, in un momento già difficile per il settore primario che tra l’altro in ogni stagione irrigua vede “minacciata” la propria attività, dalle consuete carenze di acqua, vitale invece per le produzioni di qualità che i territori umbro-toscani esprimono. Luoghi dunque – conclude Coldiretti – in cui potrebbe essere messa seriamente a repentaglio anche l’utilità sociale che l’attività delle imprese agricole ormai riveste, oltre che per la produzione di beni anche come presidio e tutela dell’ambiente».

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