di M. To.

Quelli che un lavoro ce l’hanno, in Umbria, sono in 360 mila – ma 77 mila sono precari – mentre ci sono oltre 50 mila disoccupati (e 20 mila sono quelli che si definiscono «scoraggiati») e 50 mila sono in cassa integrazione. A fronte di questi, poi, ci sono «circa 330 mila pensionati». Il quadro tracciato dalla Femca Cisl è sconfortante.

La ‘cassa’ La ‘ordinaria’ è usata pochissimo e mentre la ‘straordinaria’ è particolarmemte utilizzata. Particolare preoccupazione viene dal fatto che «circa 12 mila persone sono interessate dalla cassa integrazione ‘in deroga’ e che da gennaio sono ancora in attesa della sua erogazione, che peraltro ha una copertura solo fino ad agosto».

La chimica In provincia di Perugia, spiega Fabrizio Framarini, «la situazione è incoraggiante, con aziende come la Lechler, la Italmatc, la Sterling di Solomeo e la Sirci, che offrono esempi interessanti», mentre in provincia di Terni «la situazione è più complessa», basti pensare al Consorzio per le aree comuni e la centrale elettrica all’interno del polo chimico ternano, che sono stati due elementi di positività per lunghi anni, ma oggi sembrerebbero invece diventati una palla al piede per le aziende presenti».

Questione Basell Tanto per cominciare, dice Framarini, «va fatta chiarezza: la richiesta di 12 milioni e mezzo fatta da Lyondellbasell per la cessione delle aree è da intendersi al netto di eventuali altri costi (la bonifica delle aree; ndr). In altre parole quella sarebbe la cifra da pagare per entrare in possesso dei quasi 40 ettari all’interno del polo ex Montedison. Ma c’è ancora qualcuno che le vuole e, soprattutto, per fare cosa?».

Questione Sgl Carbon Quello che il sindacato poteva fare, dice il sindacalista, «è stato fatto, ma ora, dopo il grave ritardo accumulato, bisogna fare presto. Come Femca esprimiamo soddisfazione per le manifestazioni di interesse; qualche preoccupazione rimane per l’inesperienza dei soggetti nel settore degli elettrodi ed anche per la reale volontà della multinazionale tedesca a cedere lo stabilimento narnese».

Il tessile In Umbria operano circa 1500 aziende «che impiegano tra i tre e i venti addetti ciascuna, per un totale di circa 9000 lavoratori».Il settore è stato colpito pesantemente dalla crisi «e si sono perse miglieia di posti di lavoro, anche se resistono bene le ‘nicchie’ eccellenti come quelle del cachemire, che però non offrono ricadute occupazionali considerevoli».

La ceramica Altro settore in profonda crisi, anche per quella, gravissima, dell’edilizia: «Nonostante questo, vale la pena citare la Tagina Ceramiche, che rappresenta una eccellenza del territorio ed occupa circa 200 dipendenti. Per la Femca è importante creare un intreccio tra artigianalità ed innovazione. Dovremo con intelligenza riconvertire alcune produzioni senza snaturare però l’anima dell’azienda».

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