Il cda tecnico Musaio, Tarozzi, Alfieri

di Chiara Fabrizi
Twitter @chilodice

Istanza fallimentare sul gruppo Novelli, congelata in attesa della proposta di concordato. Non ha potuto fare altro che rinviare l’udienza a una data non ancora fissata il giudice del tribunale di Terni Paola Vella che, lunedì mattina, è arrivata in aula per vagliare la richiesta presentata dall’avvocato, Andrea Marsili Feliciangeli che assiste il consorzio autotrasportatori di Roma, in attesa di riscuotere oltre 300 mila euro.

L’8 febbraio proposta di concordato Già, perché i 120 giorni, proroga inclusa, utili alla presentazione della proposta di concordato non sono ancora scaduti e nonostante la legge sia particolarmente recente, la pubblicazione sulla Gazzetta ufficiale risale a settembre, prassi vuole che in pendenza di concordato le istanze di fallimento vengano stoppate, senza contare che anche il creditore, come si borbottava a palazzo di giustizia lunedì, ha tutto l’interesse ad attendere l’esito della procedura. Di giorni a disposizione, però, il board guidato dal top manager Alessandro Musaio ne ha appena quattro. Venerdì 8 febbraio i legali sarebbero attesi in tribunale.

Calendario stretto Ma nonostante il calendario stringa gli assetti disegnati dai tre tecnici, a cui è stato affidato il compito di traghettare il Gruppo in acque meno burrascose, restano particolarmente fumosi. Idem si dica sui risultati riportati dopo la lunga trattativa con i 22 istituti di credito, a cui il cda del presidente Musaio avrebbe richiesto un prestito ponte di almeno 4 milioni di euro. E i sindacati iniziano a essere in trepidazione.

Sindacati attendono piano industriale Nell’ultimo incontro convocato al ministero per dettagliare la proposta di concordato Musaio, affiancato dall’amministratore delegato Alberto Alfieri e dal consigliere Gianni Tarozzi, si è limitato a chiedere ancora tempo prima di illustrare l’operazione di salvataggio del gigante alimentare, lasciando in apprensione le maestranze degli stabilimenti umbri e pure laziali, ma anche gli allevatori esterni e i fornitori, molti dei quali attendono con trepidazione l’evoluzione della delicata vicenda.

Nuova proroga? L’orizzonte è quello dell’8 febbraio, salvo istanze straordinarie. Già, perché con l’avvicinarsi delle scadenze in diversi ambienti si è via via fatta larga l’ipotesi di ottenere una nuova proroga. Non è chiaro, al momento, se la nuova normativa preveda una soluzione di questo tipo. Le organizzazioni sindacale, va detto, attendono ancora di essere nuovamente convocate per conoscere i dettagli dell’operazione.