Anticipazione stipendi arretrati al palo (foto archivio Fabrizi)

di Chiara Fabrizi
Twitter @chilodice

Crisi ex-Pozzi, scatta la cassa integrazione straordinaria (cigs) per gli operai di Isotta Fraschini. Sarà attivato dal prossimo 10 giugno l’ammortizzatore sociale richiesto dalla proprietà del polo metallurgico e sottoscritto dalle sigle sindacali nella sede regionale di Confindustria.

Stipendi arretrati Ma davanti alle parti sociali, al tavolo si è accomodata anche una delegazione di lavoratori, i vertici di Santo Chiodo hanno fornito anche rassicurazioni sul versamento degli stipendi arretrati. Già, perché le maestranze della Ims (ghisa) sono ancora in attesa della mensilità di febbraio, i colleghi di Isotta l’hanno riscossa la settimana scorsa, che la proprietà si è impegnata a pagare lunedì. Entro le prossime due settimane, ai 300 di Santo Chiodo dovrebbero essere liquidate anche le spettanze di marzo e a quel punto resterebbe da riscuote solo aprile.

VIDEO. LA PROTESTA DEGLI OPERAI A CONFINDUSTRIA

I LAVORATORI SCENDONO IN STRADA. FOTOGALLERY

Appetiti da Tel Aviv Ma a catalizzare l’attenzione di sindacati e operai sono stati gli sviluppi sul futuro di Ims riferiti dal direttore degli stabilimenti ex Pozzi, Massimo Santoro. Stando a quanto risulte, il numero uno del polo metallurgico sarebbe tornato a parlare dell’interessamento degli israeliani di Mogdal Metal e Cukierman bank che, da lunedì, avrebbero spedito nel polo industriale spoletino uno dei loro manager.

VIDEO. LE RISPOSTE DEL SINDACO BENEDETTI

IMS. GLI OPERAI TORNANO IN COMUNE. GALLERY

L’operazione Ims con gli israeliani Il partner di Tel Aviv si sarebbe riservato due settimane di tempo per pronunciarsi definitivamente sulla possibilità di rilevare gli stabilimenti ghisa con la formula dell’affitto del ramo di azienda per 24 mesi e, a partire dal 2015, ingresso in Ims con l’acquisto del 75% delle quote, lasciando il 25% in mano al Casti group. Questo il profilo dell’operazione annunciata, anche se al tavolo, va detto, non è approdata alcuna bozza di accordo. Agli israeliani, va detto, non interesserebbe attendere l’omologazione del concordato. Se l’investimento fosse ritenuto valido le firme scatterebbero in tempi rapidi.

IL CORTEO DELL’EMERGENZA LAVORO. LE FOTO

Niente francesi senza omologazione Tutt’altra, invece, la posizione dei francesi di Saint Jean industries che avrebbero dovuto rilevare Isotta. Nonostante le carte depositate in tribunale fissino per il primo luglio l’ingresso dei potenziali soci d’oltralpe, i tempi sembrano destinati a dilatarsi. I capitali francesi, come già anticipato alcune settimane fa, sarebbero riversati su Santo Chiodo solo a omologazione avvenuta, non prima. E con un’adunanza dei creditori rinviata dal 2 maggio al 4 luglio, il tabellino di marcia subirà inevitabilmente forti ritardi.

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