di Mar. Ros.

«Piccola ripresa nella grande distribuzione organizzata, ma per il resto il territorio ternano è in difficoltà». Sintetizza così l’anno che se ne va, il segretario generale della Fisascat-Cisl, Francesco Di Antonio. Nel bilancio tracciato dal sindacato, la provincia viene dipinta con la spada della crisi nel fianco e un abbozzo di sorriso per i lievi segnali di ripresa nel commercio: «Pochi e deboli – chiosano dalla sede di via del Cassero – non compensano la mancata offerta di lavoro».

«Male il sistema degli appalti»: videointervista a Francesco Di Antonio

Pollice verso Da buttare, del 2015, la gestione del sistema appalti: «Il sistema del massimo ribasso che fa bene alle aziende che ottengono servizi a costo ridotto – ha detto Di Antonio – fa malissimo ai lavoratori perché nella maggior parte dei casi il prezzo basso equivale a condizioni salariali, contributive pessime e scarse misure di sicurezza applicate. Questo fenomeno – ha aggiunto – finisce talvolta per favorire ditte e cooperative di fuori regione, mentre non mancano esempi di realtà locali che hanno perso appalti, ad esempio l’Acida (ditta di pulizie industriali che opera all’interno dell’azienda ospedaliera ternana) all’interno di Asm».

Ast deve a Cesar group 150 mila euro Tutt’altro che fuori da questo discorso il sito siderurgico di viale Brin. Continua a far notizia il passaggio d’appalto del servizio di vigilanza da Cesar group a Sicuritalia, avvenuto senza gara ma con affidamento diretto «E senza il rispetto del contratto collettivo nazionale del lavoro, oltre alla violazione del decreto ministeriale 269 per permettere all’azienda subentrante la trasformazione del personale da vigilanza armata a portierato e per le maestranze rimaste non abbiamo ancora conferma della cassa integrazione ordinaria richiesta».

LA VERTENZA AST

Vigilanza privata «Ad oggi – spiegano – piuttosto che assumere gli ex Cesar con questa formula, Sicuritalia tiene in Ast una decina di lavoratori provenienti da fuori regione e pare impieghi semplici portieri alla videosorveglianza». Secondo quanto emerso in conferenza stampa nella sede della Cisl, tra l’altro, per Ast il passaggio da Cesar alla nuova azienda non sarebbe neppure economicamente vantaggioso, ma la notizia è ufficiosa. Confermato invece il mancato pagamento di fatture: «Dallo scorso luglio, la multinazionale deve a Cesar 150 mila euro».

Mensa aziendale Si sarebbe dovuta inoltre concludere in questi giorni la partita della mensa a servizio dello stabilimento, ma secondo notizie raccolte da Umbria 24 l’aggiudicazione dell’appalto avverrà solo a marzo con proroga del servizio a vantaggio dell’attuale gestore. Sarebbero sette le offerte inviate. «La politica di rigore e la drastica riduzione di costi attuate da Ast – dicono ancora dalla Cisl – ha messo in ginocchio le ditte terze, con ricadute sensibili su ritmi e carichi di lavoro per i dipendenti».

 Call center K4up La conferenza stampa di fine anno presso il sindacato di via del Cassero è occasione per fare il punto anche su altre questioni, alcune calde e altre ormai belle che raffreddate. A questa seconda categoria appartiene il caso del call center di via Bramante: «l’azienda K4up è in liquidazione con una perdita stimata di circa 200 posti di lavoro. Il crollo dell’attività – spiega Angelo Manzotti – si è avuto dalla perdita di commessa Telecom, ad oggi proseguono meno di venti lavoratori Overing. L’intenzione è proprio quella, di concerto con le istituzioni, di recuperare il rapporto con la grande azienda di telecomunicazioni».

Salvaguardia occupazionale Usi Dalla Cisl buone notizie per i dipendenti dell’ex centro multimediale: «È stato perfezionato ieri – hanno reso noto – il trasferimento di 31 lavoratori di Umbria servizi innovativi alla nuova Terni reti».  Cinque maestranze provenienti dalla stessa realtà sono state assunte da Asm (che ha selezionato anche quattro ricercatori ex Isrim) mentre mancherebbe poco per il definitivo assorbimento di altri 8 da parte di Umbriadigitale. A proposito di partecipate, la Cisl ne approfitta per dire la sua sulle farmacie comunali: «Siamo contrari alla privatizzazione, occorre una seria analisi dei costi e secondo noi attraverso piccole modifiche è possibile rendere l’Afm remunerativa».

Twitter @martarosati28

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