Al centro, Mogol

E’ stato Mogol il protagonista della terza giornata dell’Isola del Libro Trasimeno, la rassegna dedicata ai libri che si terrà fino al 22 settembre all’isola Maggiore. Insieme al giornalista Rai Mino Lorusso e allo scrittore Marco Rufini il celebre paroliere ha parlato del suo libro uscito nell’ottobre del 2012 e che si chiama «Ciliege e amarene». Un volume che raccoglie sui aforismi: «Scrivendo cose brevi – ha detto scherzando – si corre meno il rischio di sbagliare». Poi il tono si fa serio, ma mai serioso: «La parola è un insieme di suoni che diventa un fatto concreto nel momento in cui rispetta la verità. Il problema oggi è essere fedeli alla verità e cercare di fare delle ricerche oneste, e questa confusione la pagano gli ingenui che alla fine finiscono di credere alle bugie. Noi non siamo eterni c’è una scadenza e se noi non rispettiamo questa vita abbiamo fallito. Abbiamo vissuto invano. Chi accetta di essere vittima fa parte della truffa. Accettare qualsiasi cosa succeda con rassegnazione così ci si può opporre con le parole se queste hanno un senso altrimenti aiutano le bugie».

Un quasi re Proprio Mogol poi ha introdotto «Quasi Re», il libro di Rufini dedicato alla figura di Fortebraccio da Montone: «Questo libro – spiega Mogol- l’ho letto e non ho potuto lasciarlo, mi ha tenuto attaccato alla lettura. Questa è la storia di Fortebraccio, un personaggio straordinario che non merita di non essere noto. Un uomo che è rimasto orfano dei genitori perché la famiglia avversa ha massacrato i suoi cari. Rimase a Montone, vendicò la famiglia per poi essere costretto a darsi alla fuga divenendo capitano di ventura. Costruì un esercito potentissimo con il quale assediò anche Roma. Visse nel 1400 questo personaggio straordinario. Un uomo, poco italiano oserei dire per il suo carattere». «Il libro – ha concluso Lorusso – ancora è vivo ed è importante. Esiste un malato grave oggi che è la parola. In questi ultimi decenni se ne fa un uso spropositato spesso senza comunicare nulla. Ma esiste unità tra la parola, il creatore e la verità. La parola oggi sembra andare in una direzione e la verità dall’altra. Nella crisi della parola vi è la crisi della verità. Quindi l’invito è riappropriarsi della parola, della nostra anima di quello che lasci una traccia nelle coscienze di tutti noi».

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