La mostra su Dottori

«Questo allestimento permanente è un’operazione culturalmente intelligente, nata dalla collaborazione istituzionale, oggi fondamentale per lo sviluppo e la promozione della cultura, soprattutto in un momento di scarsità di risorse». Sono le parole del sottosegretario ai Beni Culturali Ilaria Borletti Buitoni intervenendo all’inaugurazione della riapertura al pubblico, nel Museo civico di Palazzo della Penna, al termine di un “esilio” durato più di tre anni, del percorso espositivo permanente dedicato a Gerardo Dottori e i Futuristi umbri. Il nuovo ordinamento della Raccolta a cura dell’Associazione Archivi Dottori da lunedì 20 giugno è di nuovo visitabile.

FOTOGALLERY: ANTEPRIMA MOSTRA

Grande artista Il taglio del nastro, significativamente inserito all’interno del programma delle celebrazioni per il XX Giugno, si è tenuto nel pomeriggio di lunedì, accompagnato da momenti di approfondimento e Conversazioni su Gerardo Dottori (Salone di Apollo, Palazzo della Penna). All’inaugurazione hanno presenziato, oltre al sottosegretario, il sindaco Andrea Romizi, l’assessore regionale Fernanda Cecchini e quella alla Cultura del Comune Teresa Severini.

Gli interventi istituzionali «Parliamo di un grande artista – ha sottolineato Borletti Buitoni – e del contesto pittorico che lo ha accompagnato. Perugia, che già può andare fiera del suo patrimonio culturale immenso, può esserlo ancora di più per il patrimonio del Novecento e va reso merito a tutti coloro che hanno lavorato a questo risultato». «Il progetto che oggi ci ha portato qui – ha detto  Fernanda Cecchini – ha visto coinvolti anche i giovani e mettere insieme la nostra storia con il futuro e i giovani è fondamentale. Dottori non è stato sempre considerato per il suo reale valore, ma il grande lavoro fatto in questi ultimi tempi gli rende i meriti dovuti».  Al sottosegreterio si è quindi rivolta Teresa Severini per spiegare che il progetto Dottori è stato reso possibile grazie al cofinanziamento di Regione dell’Umbria e i fondi di Perugia Capitale italiana della Cultura. «Adesso – ha poi annunciato – speriamo nel cosiddetto Progetto Italia 2019 che ci permette di “ripescare” alcuni progetti, tra i quali in particolare la Rocca Paolina, l’Arco di San Pietro e Palazzo della Penna, sul quale, in particolare, abbiamo grandi idee di riqualificazione, per farne un museo dinamico».

Dialogo con Fondazione Il curatore della mostra, nonché presidente dell’Associazione Archivi Dottori, Massimo Duranti, ha ricordato il forte legame di Marinetti, fondatore del movimento futurista, con la città di Perugia che egli stesso descriveva come risultato del «dinamismo di guerre medievali, cubisticamente pietrificato». Duranti ha quindi rinnovato l’appello all’amministrazione per aprire un tavolo con la Fondazione Cassa di Risparmio di Perugia, «che – ha spiegato – possiede 15 opere di Dottori che coprono tutto l’arco temporale della sua opera, per dar vita, nel tempo, ad un museo unico che raccolta tutta la produzione dell’artista». In conclusione il sindaco Romizi, che ha espresso grande curiosità per lo spazio espositivo: «E’ da tanto tempo che si parla di questo progetto e oggi finalmente si realizza. Era fondamentale rivalorizzare questo grande artista, amato da tutti i perugini, e dedicargli un degno spazio di esposizione». Il sindaco ha quindi ringraziato tutti coloro che hanno contribuito alla realizzazione del progetto.

La mostra Il nuovo allestimento, collocato al piano -1 del museo (dove un tempo aveva sede la Collezione Martinelli, dal 2015 trasferita alla Galleria Nazionale dell’Umbria), espone 48 opere tra dipinti e disegni, oltre a numerosi documenti originali; tra queste figurano anche alcuni lavori di altri artisti futuristi umbri, come Leandra Angelucci Cominazzini, Alessandro Bruschetti, Enrico Cagianelli, Giuseppe Preziosi, che accolsero e interpretarono ciascuno a suo modo la lezione dottoriana. «La presenza della sala dedicata ai futuristi umbri – ha spiegato il curatore della Mostra Massimo Duranti – è una novità importante, perché abbiamo voluto aprire una finestra su questi artisti che non sono da considerare di serie C, ma al contrario hanno un loro ruolo nella scena artistica di quell’epoca, come dimostra il fatto che furono ammessi alla Biennale di Venezia». L’ordinamento e il catalogo, edito da Fabrizio Fabbri editore, sono curati da Massimo Duranti, presidente dell’Associazione Archivi Dottori, in collaborazione con Andrea Baffoni e Francesca Duranti, e di Antonella Pesola e Domenico Cialfi.

Percorso Il percorso, articolato in sezioni tematicamente e cronologicamente ordinate, propone un excursus che comprende gli esordi, le prime sperimentazione d’avanguardia, la maturazione futurista e aeropittorica dell’Artista, la declinazione sacra del suo linguaggio e, infine, come sopra ricordato, gli effetti della sua “lezione” nella formazione di una nuova generazione di futuristi umbri. Il tutto arricchito da un folto apparato documentario e didattico del quale fanno parte lettere e documenti originali, fotografie, filmati, oltre che una sintesi bibliografica che testimonia il lungo percorso di studi grazie al quale, oggi, Gerardo Dottori può essere annoverato tra le voci più interessanti del movimento futurista. Insieme ai grandi capolavori del Maestro – Trittico della velocità, Incendio città, Forze ascensionali, Autoritratto, Flora – il nuovo allestimento comprende anche un’enclave intitolata I Dottori ritrovati, dedicata alle nuove scoperte e ai confronti, nella quale a rotazione saranno esposte opere provenienti da collezioni pubbliche o private utili ad approfondire ulteriormente le tematiche dottoriane. «Siamo partiti dalle opere storiche di Dottori, una decina – aggiunge Duranti – da lui stesso donate al Comune di Perugia nel 1957, al quale poi sono state affiancate opere di altre istituzioni umbre, come il Consiglio e la Giunta della Regione dell’Umbria, la Galleria Nazionale e l’Accademia di Belle Arti e quelle in prestito da numerosi privati, che le hanno donate o hanno confermato il comodato. Ci auguriamo che anche altre istituzioni, come la Fondazione Cassa di Risparmio di Perugia, possano contribuire, mettendo insieme le diverse opere dell’artista in un unico spazio espositivo a lui dedicato. Sarà un percorso lungo, ma ci auguriamo che possa trovare anch’esso compimento».

 

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