Il rastrellamento del Ghetto di Roma il 16 ottobre 1943

Sempre ricco il calendario delle iniziative che anche quest’anno sono state organizzate per ricordare la Shoah dalla diocesi di Assisi – Nocera Umbra – Gualdo Tadino e dal Comune di Assisi in collaborazione con il Museo della memoria e l’Opera casa papa Giovanni, l’associazione Italia Israele Perugia, il Gariwo la foresta dei giusti, e con il patrocinio dell’Ufficio scolastico regionale per l’Umbria.

Assisi Il programma prevede una serie di appuntamenti che vanno oltre la singola giornata internazionale della Memoria del 27 gennaio e che a partire da sabato 23 gennaio si protraggono fino a domenica 6 marzo, Giornata europea dei Giusti. Ci saranno iniziative, incontri e momenti comuni di narrazione dei fatti e di riflessioni per commemorare le vittime dell’Olocausto e per non dimenticare quanto la città fece negli anni ’43-’44 per permettere il salvataggio di oltre 300 ebrei che furono nascosti anche in conventi e monasteri di clausura. Si comincia sabato 23 gennaio con un itinerario alla scoperta di alcuni luoghi dove si rifugiarono gli sfollati e precisamente nei monasteri di san Quirico e di san Giuseppe delle Benedettine, con ritrovo alle ore 15 in piazza Vescovado, lunedì 25 alle ore 16 nella sala della Conciliazione ci sarà la proiezione del documentario: ‘Assisi 1943-1944, testimoni per una memoria del bene’. Dopo la visione ci sarà la testimonianza di Vitale Fano nipote di Guido Alberto Fano, compositore e musicista, rifugiato ad Assisi nel monastero delle Colettine francesi. Mercoledì 27 ‘Museo della Memoria a porte aperte’: dalle ore 10 sarà possibile partecipare alle visite guidate alla mostra allestita dall’Opera casa papa Giovanni al primo piano della pinacoteca comunale in via San Francesco 12. Una mostra unica in Umbria perché ripercorre, attraverso scritti, foto, documenti e oggetti, l’opera di salvezza portata a termine dalla rete clandestina che faceva capo al vescovo monsignor Placido Nicolini e al suo più stretto collaboratore don Aldo Brunacci. Novità di quest’anno è la visita guidata al ghetto, al museo ebraico e alla sinagoga di Roma curata dall’ambasciata d’Israele presso la Santa sede che si svolgerà il 28 febbraio. Per informazioni e prenotazioni è possibile contattare la Curia vescovile di Assisi allo 075.812483 (dalle 10 alle 12) oppure inviando una mail all’indirizzo curiadiocesana@diocesiassisi.it. Nel mese di marzo gli appuntamenti sono due, uno sabato 5 alle ore 18 nella sala della Spoliazione della Curia vescovile per il concerto per la Memoria a cura di Assisincanto chorus e l’altro per la ‘Giornata europea dei giusti’ domenica 6 alle ore 10 nel cortile della Curia per la visita al Vescovado e al ‘Giardino dei giusti di Assisi’ guidata dallo stesso vescovo monsignor Domenico Sorrentino.

Perugia Tra le altre iniziative a Perugia, per il Giorno della memoria, c’è quella di giovedì 21 gennaio, alle ore 17.00, alla sala delle Adunanze del dipartimento di Lettere, in piazza Morlacchi, L’associazione Italia Israele, l’Istituto per la storia dell’Umbria contemporanea e l’università degli Studi di Perugia organizzano un incontro dal titolo ‘Discriminare perseguitare. L’internamento degli ebrei in Italia’. Se il ricordo delle vittime della Shoah è un dovere civile, la conoscenza degli eventi consente di esprimere giudizi ed assumere in prima persona l’impegno affinché segnali inquietanti nel nostro tempo siano valutati con la dovuta consapevolezza. Da questa filosofia nasce la proposta: raccontare come un disegno lucido, quello della discriminazione razziale, abbia potuto, per tutti gli anni trenta del novecento fino alla fine della guerra, risultare sottovalutato nell’opinione comune salvo poi dimostrasi in tutta la sua tragicità allorché dalla discriminazione si passò alla persecuzione pianificata. La pianificazione fu resa possibile da un apparato statale piramidale, nel quale gli ordini dei vertici raggiungevano efficacemente gli organi periferici. Il caso delle vittime italiane delle persecuzioni che attraverso il campo di Fossoli consumarono i loro destini ad Auschwitz, risulta emblematico. Il percorso verrà illustrato nelle sue complesse dinamiche da Costantino Di Sante, dell’Iscop, Istituto di storia contemporanea della provincia di Pesaro e Urbino. Un processo che in rari casi andò incontro ad intoppi, dovuti alla sensibilità dei singoli funzionari. Dopo le leggi razziali del 1938, a Ferramonti di Tarsia (quaranta chilometri a nord di Cosenza), venne aperto il più grande campo di concentramento fascista per ebrei e stranieri non graditi. Fra il 1940 e il 1943 oltre duemila persone vissero in questo luogo che ricorda esteriormente un campo nazista, ma in realtà rappresentò per molti ebrei una fonte di vita e di salvezza. Ciò fu possibile grazie alla sensibilità del direttore del campo, Paolo Salvatore e del sacerdote Callisto Lopinot. Tutto ciò sarà oggetto della relazione di Mario Rende, autore di un libro estremamente accurato su Ferramonti uscito da Mursia qualche anno fa. L’Umbria nel disegno persecutorio fascista rivestì un ruolo importante, una trentina di comuni vennero individuati come luoghi adatti per il così detto internamento libero, istituzione simile al confino di polizia che tra il 1940 e il 1943 coinvolse nella provincia di Perugia un centinaio di ebrei stranieri e una cinquantina nel Ternano. Persone sradicate dalle loro famiglie ed inviate in luoghi in prevalenza montuosi ed isolati dal resto del mondo. Ad essi si aggiunsero, dai primi di dicembre 1943, 224 ebrei italiani esposti alla deportazione. Fra tutti, poco più di una ventina subirono l’esperienza del campo di raccolta di Castello Guglielmi ad Isola Maggiore, anticamera dei campi di stermino nazisti, e dall’intera regione solo uno fu ucciso ad Auschwitz. L’ Umbria – come sottolinea Dino Renato Nardelli nel suo intervento – fu un campo d’internamento diffuso, ma altrettanto diffusa risultò quindi la rete di protezioni allestita dalle popolazioni locali, persone che in silenzio, senza mai assurgere all’onore di “Giusti”, si adoperarono per opporsi efficacemente alle estreme conseguenze della discriminazione razziale.

Città di Castello Anche quest’anno Città di Castello ricorderà la liberazione dei prigionieri del campo di sterminio di Auschwitz mercoledì 27 gennaio in occasione della Giornata della memoria, commemorativa dello sterminio del popolo ebraico ad opera del Nazismo. «In un momento in cui siamo tentati di dividerci sulla base della religione e della provenienza etnica, ribadire la condanna contro l’Olocausto assume un significato in più per i giovani che si trovano a convivere purtroppo quotidianamente con crimini efferati» ha dichiarato il vicesindaco ed assessore alla Cultura del comune di Città di Castello Michele Bettarelli, annunciando che l’Amministrazione ha promosso in coincidenza con la Giornata della memoria una rappresentazione in tema dal titolo ‘Quando mi fu possibile salvare un uomo, lo feci…’ di Giovanni Gazzanini. Messo in scena al Teatro degli Illuminati, alle 11.00 di mercoledì 27 gennaio, lo spettacolo nasce dalla collaborazione tra Medem e Albaliteatri ed è diretto agli studenti delle classi quarte e quinte della primaria e della scuola media. Accanto a questa iniziativa, altri soggetti si sono mobilitati in vista della Giornata della Memoria: in particolare Anpi che «proporrà alle scuole superiori venerdì 22 gennaio alle 10.00 nell’aula magna dell’istituto Salviani un incontro con Giorgio Giannini, autore della pubblicazione Vittime dimenticate in cui si parla di tutte le categorie umane, che furono ritenute indegne dal regime nazifascista e come tali perseguite. Giannini nel pomeriggio, alle 17.30, nella sede di Tela Umbra, parlerà del libro anche in una presentazione pubblic – ha spiegato la presidente di Anpi tifernate Anna Maria Pacciarini -, mentre nella serata di sabato 23 gennaio (ore 21.00) al teatro degli Illuminati il Teatro dei 90 presenterà sullo stesso tema ‘Con gli occhi delle donne’, una rappresentazione nata sulla base dei diari e delle testimonianze delle donne partigiane». Sul palco con Cristina Salvatori, ci saranno Aliana Baldicchi, Silvia Bardascini, Beatrice Berretti, Luisa Migliorati; collaborano Lorenzo Cancellieri, Francesco Massi, Antonella Olivieri e Damiano Augusto Zigrino.

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