di Giorgia Olivieri

«La luce che il Perugino rubò a Piero della Francesca e il colore roseo degli incarnati e dei volti delle figure del suo discepolo Raffaello», questa l’eredità del Vannucci fatta propria da Klaus Karl Mehrkens e reinterpretata nelle sei tele ad acrilico della sua personale Leggera anzi leggerissima Luce. La mostra sarà aperta al pubblico dall’8 luglio al al 16 agosto presso le cripte del duomo di Città della Pieve, con ingresso libero tutti i giorni dalle 9 alle 18.

Libertà Nel cinquecentenario della morte di Pietro Vannucci, l’artista tedesco Karl Klaus Mehrkens omaggia il meglio maestro d’Italia con una mostra nella sua terra natale, Città della Pieve. «Sono arrivato in Italia la prima volta nell’86, precisamente a Milano, dove in quei giorni era di passaggio la nube tossica proveniente da Chernobyl – racconta l’artista ai microfoni di Umbria24 – sono quindi venuto in Umbria, qui abbiamo fatto il giro di tutti gli affreschi e le opere di Perugino e da lì è nato questo interesse». Un amore per l’arte accomunato soprattutto dalla «libertà di creare e di fare qualcosa senza essere rinchiusi in una maniera di dipingere e di essere creativo, cercando però di non diventare completamente senza sistema».

Riscoprire Perugino Del tutto unica l’ambientazione di Leggera anzi leggerissima Luce, che sarà allestita nelle cripte sottostanti il polittico realizzato per il duomo di Città della Pieve proprio dal Perugino. «Una cripta sotto i piedi del Perugino, lui sull’altare, è una cosa nuova e molto immersiva – continua Mehrkens – la prima volta che ho visitato quella chiesa non si poteva scendere, bisognava cercare il custode, era sempre chiusa». Un luogo e un’artista riscoperti quindi, «Perugino era visto un po’ come un artista professionale e bravo, ma non era solo uno che dipingeva madonne in massa, erano tutte belle, non ha mai prodotto nulla di brutto, e poi ha influenzato Raffaello. Io ho voluto tirarlo fuori dall’armadio dove era tutto impolverato, tra qualche anno lo dimenticheranno di nuovo, per poi riscorpirlo ancora».

Colori dell’Umbria Al centro delle opere in mostra «il gesto: il quadro viene fuori da solo ma contiene qualcosa che ha all’interno chi dipinge – spiega Mehrkens – che sia la politica, la natura, ma anche l’arte stessa può essere d’ispirazione. Per me lo sono i temporali, i terremoti, l’Umbria è molto selvaggia, i suoi paesaggi si vedono benissimo in Perugino». Secondo l’artista, l’Umbria è spesso associata «a tutti i colori della pietra, invece è molto colorata, molto rosa. Io ho davanti a me le cosiddette strade bianche di Limiti di Spello, che diventano rosa quando piove. La campagna umbra è estremamente colorata, questi colori, che sono di Perugino e in parte ereditati da Piero della Francesca, se non vivi qui non li conosci, altrimenti li vedi nei musei».

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