Santa Margherita e Sant'Enrico d'Ungheria, di Simone Martini (foto F.Troccoli)

di Dan. Bo.

Tutto fermo in attesa di capire cosa è successo. Dopo l’articolo firmato giovedì dallo storico dell’arte Tomaso Monatanari che, su Repubblica, ha sollevato numerosi interrogativi a proposito dei risultati del restauro su alcuni affreschi della basilica inferiore, tra i capolavori più preziosi di tutta la storia dell’arte, il soprintendente dell’Umbria Fabio De Chirico ferma momentaneamente i lavori di manutenzione in corso dal 20 di gennaio. Da quasi un mese infatti sono in corso una serie di manutenzioni sugli affreschi del transetto sinistro della Basilica Inferiore, opera di Pietro Lorenzetti. Uno stop deciso in via cautelativa, anche se non è chiaro quando, in attesa del sopralluogo che il soprintendente De Chirico farà venerdì così da verificare di persona la situazione.

Manutenzione «Nella Cappella del Lorenzetti – dice De Chirico – stanno facendo una manutenzione ordinaria per evitare e prevenire eventuali distacchi: si sta facendo una semplice spolveratura». Il provvedimento di sospensione dei lavori è stato preso in seguito alla ispezione dei tecnici del ministero di cui parla Montanari: «La Direzione Generale per le Belle Arti del Ministero per i Beni Culturali – ora guidata dall’architetto Francesco Scoppola, già direttore proprio dell’Umbria – è “allarmatissima” – scrive lo storico -, ed ha disposto un sopralluogo i cui esiti non sono stati affatto rassicuranti. L’attenzione si è concentrata sulla manutenzione degli affreschi di Lorenzetti, attualmente in corso nel transetto sinistro della Basilica inferiore, e sulla pulitura del paramento di pietra del Subasio».

FOTOGALLERY: GLI AFFRESCHI NELLE IMMAGINI DI UMBRIA24

Parla il restauratore A gestire questa manutenzione del è il restauratore Sergio Fusetti, da decenni al lavoro ad Assisi, che al Giornale dell’Arte dice: «Nel transetto destro stiamo facendo consolidamenti perché è zona sismica e dopo il terremoto facciamo manutenzione preventiva autorizzata e sorvegliata dalla soprintendenza. È un semplice spolverare con un pennello o un intervenire con acqua senza solventi: non fa male a nessuno, e facciamo consolidamento». Le critiche di Montanari si concentrano poi anche sulla cappella di San Nicola: «Non capisco perché – dice il restauratore – le critiche sulla cappella arrivano dopo due anni e mezzo. Sono passati di lì studiosi, restauratori, ministri, direttori, ispettori e funzionari del ministero, c’era la presenza costante dell’ex direttore dell’Icr Giuseppe Basile, e peccato sia morto altrimenti ora parlerebbe».

Serve un comitato Al di là dei singoli affreschi però Montanari solleva un punto decisivo, ovvero quello della mancanza di un comitato terzo a vigilare sui lavori. Montanari racconta infatti del rapporto, che si è spezzato, tra la basilica e l’Istituto centrale del restauro, anche a causa del taglio continuo di fondi che ha ucciso l’Icr: «Una delle conseguenze – scrive lo storico – è che i Frati hanno deciso di “fare da soli”, passando da uno dei collegi di ricercatori e restauratori più affidabili al mondo, alla ditta privata di un singolo restauratore». «Discutiamo – aggiunge – se testi così importanti sono stati toccati o meno quando dovrebbe esserci un comitato a vegliare e formato dagli esperti dell’Istituto superiore per la conservazione e il restauro o dell’Opificio delle Pietre Dure». Comitato che secondo De Chirico sarebbe utile «per un monitoraggio costante, per i restauri, mentre non mi pare necessaria – dice al Giornale dell’Arte – per la manutenzione. E l’istituto centrale del restauro non è stato estromesso: si sono conclusi i lavori».

Twitter @DanieleBovi

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