di Francesca Marruco
Non risponde neppure al gip, Federico Bigotti, il 21enne in carcere con l’accusa di aver brutalmente ucciso la madre Anna Maria Cenciarini, il cui funerale è stato fissato per mercoledì pomeriggio alle 14.30 nella chiesa del quartiere di San Pio a Città di Castello.
Facoltà di non rispondere Il ragazzo, dopo aver taciuto davanti ai pm, si è trincerato nel silenzio anche durante l’interrogatorio di garanzia, che si è svolto martedì mattina nel carcere di Capanne alla presenza del gip Carla Giangamboni. I legali, intanto, vanno verso il ricorso al Riesame per chiederne la scarcerazione.
Il padre Intanto Federico, che quando sabato sera ha visto arrivare i carabinieri in casa del fratello non ci voleva credere, chiede atraverso i suoi legali di parlare con il padre. Richiesta che i legali Vincenzo Bochicchio e Francesco Areni. Non è chiaro cosa il padre abbia pensato sin dal primo momento in cui Federico lo avrebbe chiamato dicendogli «Corri mamma si è ammazzata». Forse il dubbio che Anna Maria, che aveva grossi problemi alla schiena e alle mani, non si sarebbe potuta procurare quelle ferite da sola lo ha avuto da subito, ma è rimasto lo stesso vicino a quel figlio, fin dal primo istante sospettato principe di un omicidio tanto barbaro.
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Aiuto Adesso però sia lui che il fratello maggiore Christian, anche se tecnicamente saranno le future parti civili in un processo, vogliono stargli vicino e aiutarlo. Per farlo, i legali lo faranno visitare a breve da un consulente psichiatrico, perché secondo loro sussiste la possibilità che il giovane sia affetto da problemi psichici che nessuno ha riconosciuto in tempo e ha curato. Inoltre, farano subito ricorso al tribunale del Riesame.
Interrogatorio Ma tutto questo dopo l’interrogatorio di garanzia fissato per martedì mattina in carcere, in cui non è chiaro se finalmente Federico si deciderà a raccontare come siano andate realmente le cose o se si avvarrà della facoltà di non rispodnere o se invece cercherà di aggiustare il tiro rispetto all’unica versione data fino ad ora: quella cioè in cui mamma Anna Maria si colpisce da sola con un coltello da cucina, lui prova a disarmarla ma non ci riesce e impaurito si rintana in camera sua da dove chiama il padre Antonio.
L’accusa Invece per l’accusa, e per i medici legali, la storia è completamente diversa: Federico l’ha colpita alle spalle, l’ha «scannata» e ha infierito su di lei con numerose coltellate mentre lei era agonizzante a terra. E non ha chiamato i soccorsi, ma il padre e il fratello che lavorano in un’azienda distante circa 20 minuti di auto dal loro casolare.