di F.T.

Oltre dieci episodi, quelli finiti sotto la lente degli inquirenti, che disegnano un quadro eterogeneo fatto di scambi di favori, pressioni, ispezioni ‘pilotate’ e regalie più o meno significative: un ‘sistema’ che, per l’accusa, era gestito da un ispettore e da un appuntato dei carabinieri in servizio presso l’ispettorato del lavoro di Terni. I due figurano fra le sette persone coinvolte nell’indagine, insieme ad imprenditori e ad un altro militare di stanza a Roma, quest’ultimo indagato per rilevazione di segreti d’ufficio.

Le accuse vanno dalla concussione alla corruzione, fino all’abuso di ufficio. Diversi, come detto, gli episodi contestati dalla procura e quasi tutti riferiti a un periodo di tempo ampio che va dal 2001 al 2007. Uno di questi sarebbe legato a presunte pressioni che l’appuntato, facendo leva sul proprio ruolo all’interno dell’ispettorato del lavoro, avrebbe esercitato su alcuni imprenditori per convincerli a sostituire il coordinatore della sicurezza e a rivolgersi ad un’impresa amica, diversa da quella utilizzata fino a quel momento, per redigere il piano operativo di sicurezza.

Rappresaglia In seguito a tali presunti episodi, l’impresa danneggiata aveva sporto denuncia e per tutta risposta, secondo l’accusa, il militare si era attivato irrogando alla stessa diverse sanzioni per la violazione della legge 626 sulla sicurezza nei luoghi di lavoro. Sanzioni amministrative che, per gli inquirenti, erano del tutto immotivate e originate soltanto dalla volontà di ‘colpire’ l’azienda.

I ‘regali’ Le altre accuse fanno riferimento a regalie ottenute attraverso pressioni più o meno esplicite – la minaccia di controlli o, viceversa, la garanzia che ci sarebbe stato un occhio di riguardo in caso di ispezioni – rivolte ad alcuni imprenditori del ternano: metodi che avrebbero consentito al militare e all’ispettore del lavoro (in seguito trasferiti ad altre sedi) di ottenere ‘omaggi’ come l’utilizzo gratuito di un’auto di proprietà di un’azienda, ma anche un cane da caccia, cene, buoni benzina, vacanze e piccole somme di denaro.

La soffiata L’accusa di rivelazione di segreti d’ufficio riguarda invece un carabiniere operativo presso il nucleo tutela del lavoro di Roma, competente rispetto ai singoli ispettorati provinciali, che avrebbe informato il militare ternano circa l’indagine aperta a suo carico della procura, accompagnata anche dall’acquisizione di documenti.

L’udienza Mercoledì mattina il gup Simona Tordelli ha accolto un’eccezione sollevata dal legale difensore dell’appuntato, l’avvocato Roberto Spoldi, relativa ai capi di imputazione che dovranno essere riformulato dal pm titolare del fascicolo, la dottoressa Elisabetta Massini. Si tratta di un primo punto messo a segno dalle difese fra cui figurano gli avvocati Manlio Morcella, Francesco Mattiangeli, Luciano Antonini e Giuseppe Sforza. In aula ci si tornerà il prossimo 21 gennaio.