Il Tribunale di Terni

di Fabio Toni

L’accusa di peculato finisce in archivio. Rimangono in piedi le ipotesi di falso e abuso d’ufficio legate alle stabilizzazioni e agli incarichi di alcuni dipendenti, così come il mobbing – ergo ‘lesioni’, in ragione dei problemi di salute accusati – nei confronti di tre dei quattro funzionari che avevano sporto denuncia. È in base a queste accuse che il sostituto procuratore Elisabetta Massini ha chiesto il rinvio a giudizio di quindici persone fra dirigenti, amministratori ed ex della provincia di Terni. L’udienza preliminare è stata fissata per l’11 giugno davanti al gup Maurizio Santoloci.

Tramonta il peculato Il pm ha chiesto l’archiviazione per l’ipotesi di peculato legata all’utilizzo improprio di schede telefoniche fornite dall’ente, un’accusa che aveva coinvolto Feliciano Polli, Antonio De Gugliemo, Domenico Rosati e Laerte Grimani. Sempre in relazione al peculato, cade anche l’accusa – formulata nei confronti di Filippo Beco – di aver utilizzato i mezzi della polizia provinciale per scopi personali.

Le stabilizzazioni Il sostituto procuratore ha chiesto il rinvio a giudizio dei dirigenti e degli assessori che, attraverso pareri tecnici (Antonio De Guglielmo, Giovanni Vaccari Vitale) e l’approvazione delle delibere di giunta (Polli, Rosati, Bellini, Beco, Bigerna, Cherubini, Mocio, Paparelli, Piacenti D’Ubaldi), avrebbero avviato le stabilizzazioni di alcuni dipendenti precari, nonostante la mancanza – a giudizio dell’accusa – dei requisiti di legge necessari. Nel mirino degli inquirenti ci sono finite le verticalizzazioni di personale interno nel triennio 2007-2009, l’assunzione a tempo indeterminato di un ingegnere, la stabilizzazione di diciassette precari e il conferimento di incarichi di direzione a soggetti che avevano ricoperto ruoli sindacali nell’ente. Per quest’ultima vicenda il rinvio a giudizio è stato chiesto anche per i tre funzionari interessati dai provvedimenti: Gioia Rinaldi, Sandro Pascarelli e lo stesso Vaccari.

Il mobbing Su questo fronte sono state archiviate le posizioni di sette persone inizialmente coinvolte dall’indagine. Si tratta di Paolo Grigioni, Laerte Grimani, Francesco Lezi, Francesco Longhi, Debora Masci, Antonio Meola e Paolo Onori. Il rinvio a giudizio è stato chiesto per quattro amministratori e due dirigenti in relazione al presunto ‘mobbing’ nei confronti di tre funzionari della Provincia, individuati come parte offesa nel corso delle indagini.

Udienza preliminare Sarà il gup Santoloci a decidere chi dovrà difendersi in un eventuale processo e chi, attraverso sentenza di ‘non luogo a procedere’, potrà mettersi la vicenda alle spalle. Senza escludere il ricorso a riti alternativi, anche se le difese si dicono pronte a smontare pezzo per pezzo il castello accusatorio imbastito dalla procura.

L’indagine, avviata nel 2009, si basa sugli accertamenti svolti dalla guardia di finanza in ordine al personale dell’ente, mentre il secondo filone è legato alle querele presentate da quei funzionari che hanno accusato stress, stati d’ansia e depressione, in conseguenza del presunto ‘mobbing’ che sarebbe stato perpetrato nei loro confronti.

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