Thomas De Luca

di M. To.

Una commissione speciale di indagine per «monitorare, evidenziare, sanzionare eventuali infiltrazioni di tipo mafioso, ma anche intrecci torbidi e discutibili, nonché possibili conflitti di interesse esistenti fra soggetti vincitori di bandi di gara pubblici, titolari di concessioni o convenzioni, con membri delle forze politiche o della pubblica amministrazione». A chiederla è il Movimento 5 Stelle di Terni. Ecco le motivazioni.

Tutto parte da Roma Secondo il M5S tutto parte dal «terremoto politico-giudiziario» che sta interessando la capitale, ma «considerato il fatto che alcune figure chiave dell’associazione mafiosa coinvolta nelle indagini romane – spiega Thomas De Luca – hanno avuto interessi specifici, contatti e relazioni nella nostra città, soprattutto nelle figure di Salvatore Buzzi, iscritto Pd, nonché Riccardo Mancini, già salito lo scorso anno agli onori delle cronache giudiziarie locali e nazionali, il M5S Terni in virtù di quanto previsto dal comma 6 e 7 dell’articolo 39 dello statuto comunale, presenterà in consiglio comunale un atto affinché si proceda con urgenza all’istituzione della commissione».

I presunti collegamenti In riferimenti ai «contatti e relazioni» il M5S ricorda che «‘Il Fatto Quotidiano’, nell’edizione del 6 dicembre 2014,  scrive che dalla cooperativa ‘29 giugno’, oggetto delle indagini e dei provvedimenti della procura di Roma, dipende la Crd Immobiliare, partecipata al 33% dalla ‘Cosp Tecno Service’ con sede in Terni, coop il cui presidente è pure consigliere di amministrazione della Fondazione Cassa di Risparmio di Terni e Narni». Ma non solo.

I rifiuti Perché, sempre secondo il Movimento 5 Stelle ternano, «Salvatore Buzzi ha anche intrattenuto per molti anni, a partire dal 4 Dicembre 2000, significativi legami con la Cooperativa ‘Cosp Tecno Service’, quando proprio a Terni è stato costituito il Consorzio raccolta differenziata Roma scarl. Del predetto Consorzio facevano parte la coop ‘29 giugno’ e la ‘Cosp Tecno Service’, Buzzi presidente del Cda».

L’inceneritore E poi, insiste il M5S, «il nome di alcuni personaggi interessati dalle indagini in corso nella capitale è legato anche alla riaccensione dell’inceneritore ex Terni Ena di Aria Spa, dove si brucia pulper di cartiera in arrivo da fuori regione».

Le richieste Insomma, la richiesta è precisa: bisogna fare chiarezza, «vigilando altresì sulla composizione dei Cda, dei collegi sindacali, come pure sulle partecipazioni e le associazioni di tali imprese, onde restituire piena legalità e dignità a istituzioni letteralmente violentate da inaccettabili degenerazioni partitocratiche, con una pesante deriva antidemocratica, un danno enorme alle casse pubbliche e un pregiudizio talora irreversibile ai tantissimi imprenditori estranei al ‘sistema’ e che vivono del solo proprio onesto lavoro».

La Cosp Tecno Service Danilo Valenti, il presidente di Cosp Tecno Service, è deciso nella replica: «La nostra cooperativa, che opera in dieci regioni italiane e che collabora con soggetti diversi nelle sue attività, è uscita da Crd fin dal 2012, da allora non abbiamo alcun rapporto nemmeno con Ama e con la cooperativa ’29 giugno’. La Cosp Tecno Service è attiva dal 1973, dà lavoro a 1.200 persone e tiene moltissimo alla sua onorabilità, che siamo pronti a difendere in ogni sede. Soprattutto perché mai, in tutti questi anni, il nome di Cosp è stato accostato ad operazioni poco chiare e non siamo oggetto di alcuna indagine – spiega Valenti – siamo davvero sconcertati per queste sortite e faremo in modo che si giunga al più presto ad un completo chiarimento, soprattutto per garantire serenità proprio ai nostri collaboratori.

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