La toga di un magistrato della Corte dei conti (foto F.Troccoli)

di F.T.

Un ternano di 54 anni, ex sovrintendente della polizia Stradale in forza alla questura di Terni fino all’ottobre del 2011, è stato condannato dalla corte dei Conti a risarcire 5.500 euro al ministero degli Interni in seguito ai danni – di immagine e da disservizio – scaturiti dalla vicenda giudiziaria che nel 2011 lo ha visto condannato in via definitiva per concussione.

La storia Nel settembre del 2000 l’agente, in servizio nei pressi del casello autostradale di Orte, aveva abusato del suo ruolo di pubblico ufficiale, costringendo il conducente di un autocarro a versargli 200 mila lire per soprassedere ad una violazione del codice stradale, evitando così la relativa multa.

Processo In seguito all’episodio, denunciato, l’agente era stato processato e condannato nel 2007 dal tribunale di Vitrerbo a due anni e otto mesi di reclusione, oltre all’interdizione dai pubblici uffici. Una pena ridotta in appello a due anni e due mesi e quindi confermata in via definitiva dalla Cassazione nel maggio 2011.

Risarcimento La sentenza, passata in giudicato, ha spinto la procura regionale della corte dei Conti – tempestivamente informata dal compartimento della polizia Stradale per l’Umbria – a citare per danni l’agente, ipotizzando un risarcimento pari a 10 mila euro per i danni di immagine e da disservizio. La sentenza è arrivata lo scorso 29 ottobre e ha visto il 54enne condannato a versare 5.500 euro al ministero dell’Interno per i danni di immagine scaturiti dalla vicenda (4.500 euro) e per quelli ‘da disservizio’ (1.000 euro).

Destituito Sempre in seguito alla condanna penale, nell’ottobre del 2011 il consiglio di disciplina della questura di Terni ha deliberato la destituzione del poliziotto, un provvedimento seguito un mese dopo dalla ‘cessazione del servizio per destituzione’ disposta dal capo della polizia. Da questo punto di vista la vicenda non può dirsi conclusa, visto che l’agente ha impugnato il provvedimento di fronte al Tar dell’Umbria, chiamato ad esprimersi nel merito.

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