di Chiara Fabrizi
Sotto la lente della procura almeno due appalti per l’affidamento di servizi e forniture di verde pubblico. Uno del 2009 pubblicato e poi annullato e su cui uno dei partecipanti avrebbe presentato un esposto alla procura della Repubblica. E un altro assegnato nel 2012 che, invece, avrebbe attirato le attenzioni degli inquirenti per i massicci ribassi offerti.
Turbativa d’asta su verde pubblico Ma l’inchiesta della magistratura sull’A.se, l’azienda servizi del Comune di Spoleto a capitale interamente pubblico, potrebbe allargarsi anche ad altri appalti. Nel registro degli indagati il pubblico ministero titolare del fascicolo, Federica Albano, ha già iscritto sette persone tra cui il presidente in carica, Roberto Loretoni, i tre membri del precedente Consiglio di amministrazione (Cda), Claudio Frascarelli, Giampiero Palazzi e Antonino Rosati, e un dirigente dell’A.se, Rossano Rossi. Raggiunti da avvisi di garanzia anche i titolari di due aziende del posto che si sarebbero aggiudicati gli appalti in questione. Per tutti il reato ipotizzato è «turbata libertà degli incanti», turbativa d’asta.
Le indagini Venerdì gli uomini del Nucleo operativo dei carabinieri, delegato alle indagini, hanno bussato alla sede della A.se per sequestrare tutti gli incartamenti relativi agli appalti di verde pubblico, mentre sabato sono state ascoltate diverse persone informate dei fatti, tr acui dipendenti dell’spa a capitare interamente pubblico e titolari di aziende che hanno partecipato alle gare di verde su cui la magistratura vuole vederci chiaro.
L’inchiesta A cominciare dall’appalto del 2009 pubblicato dall’A.se, aggiudicato e annullato poco dopo, a causa di alcuni vizi che solo in un secondo momento sarebbero stati riscontrati nella documentazione presentata dalla ditta vincitrice. Gli inquirenti non sono affatto convinti della regolarità dei provvedimenti adottati dal Cda dell’azienda del Comune di Spoleto, che ha atteso diversi mesi prima di indire una nuova gara e aggiudicare il servizio. Sulla vicenda, stando a quanto risulta, sarebbe stato anche presentato un esposto alla procura della Repubblica.
I ribassi d’asta Nel mirino del pm Albano, però, è finito anche un altro appalto per il verde pubblico, assegnato il marzo scorso a un’associazione temporanea di impresa (ati) composta da due aziende del posto i cui titolari risultano iscritti al registro degli indagati. In questo caso a destare sospetto sarebbe stato il forte ribasso d’asta con cui l’ati si sarebbe aggiudicata la gara. Da qui sarebbero poi emerse anomalie su alcune posizioni fiscali e anche sul lungo e dettagliato elenco di certificazioni che, pena l’esclusione, deve corredare per legge l’offerta tecnica ed economica.
Opposizioni all’opera E sull’inchiesta A.se i gruppi d’opposizione Rinnovamento e Misto hanno già depositato un’interpellanza. Al sindaco Daniele Benedetti i consiglieri chiedono di essere informati sulle indagini in corso e, in particolare, su quali gare i carabinieri hanno proceduto al sequestro di documentazione. La vicenda, inevitabilmente, non mancherà di accendere il dibattito in consiglio comunale.