di Francesca Marruco
Nella sola Umbria solo quasi 27 i milioni di euro andati in fumo con l’acquisto di obbligazioni subordinate nelle quattro banche salvate dal governo. E i correntisti che hanno visto bruciare i loro soldi iniziano ad essere molto tesi, anche perché ogni giorno, i tempi per un indennizzo, sembrano allontanarsi.
Rinvio indennizzi E’ di poche ore prima della bomba davanti a Banca Etruria a Ponte San Giovanni infatti la notizia che si allungano i tempi per gli indennizzi. Si dovrà infatti attendere febbraio per l’emanazione dei decreti che dovranno stabilire criteri per le modalità di accesso al fondo di solidarietà dal 100 milioni previsto nella legge di stabilità, che secondo alcune indiscrezioni potrebbe non un vero e proprio fondo, ma un mezzo per alleviare le perdite e non per riavere tutti i soldi investiti, che invece potranno essere riavuti indietro dai risparmiatori solo passando prima per una causa civile. O penale, se ce ne fossero gli estremi.
Petruzzi: «Indaga la procura» E se ci sono gli estremi per quello che denunciano alcuni correntisti umbri, lo sta valutando anche la procura di Perugia. A spiegarlo è Alessandro Petruzzi di Federconsumatori: «Abbiamo depositato in procura un corposo esposto, con tutta la documentazione che abbiamo raccolto dai correntisti truffati. Adesso la procura ha aperto un fascicolo e presto valuterà che tipi di reato sono ravvisabili».
Altre banche? Si perché secondo Federconsumatori ci sono persone truffate, persone non perfettamente coscienti di quello che stavano sottoscrivendo in banca. E anzi, oltre alle obbligazioni subordinate emesse dalle quattro banche salvate dal governo, ci sarebbero anche obbligazioni vendute da banche terze che avrebbero fatto da tramite con banca Etruria. Insomma, l’affare delle obbligazioni spazzatura potrebbe addirittura allargarsi.