di Fra.Mar.
Un’organizzazione ben oliata per rifornire le bancarelle del centro e del nord Italia. Per non far mai mancare il vestito o l’accessorio di marca da vendere a prezzi stracciati. Falsi però. Particolare questo che è costato il rinvio a giudizio a otto persone: rifornitori e venditori accusati a vario titolo di associazione a delinquere, ricettazione, e commercio di prodotti contraffatti.
Le accuse Quattro di loro si sarebbero associati «allo scopo di commettere un numero imprecisato di delitti di ricettazione e di commercio di prodotti con segni falsi» tra cui scarpe e telefoni e capi di abbigliamento. C’era chi acquistava o faceva acquistare questi accessori «con marchi contraffatti e quindi di provenienza illecita in quanto provento della condotta di falsificazione» e li metteva in vendita sulle bancarelle.
Marche famose Si parla di prodotti Apple, Nokia, Moncler, Fred Perry, Hogan, Dolce e Gabbana, Cavalli, , Freeland, D Squared e Diesel. Vestiti accessori e telefoni che per l’accusa venivano venduti a Perugia, Magione e Bastia. Secondo le accuse, oltre che in Umbria, la banda avrebbe operato anche a Vicenza e Napoli. Durante le perquisizioni nei posti in qualche modo ricollegabili agli imputati sono trovati centinaia che risulterebbero falsificati. In due perquisizioni a Magione erano stati rinvenuti 170 e 518 vestiti dalle firme contraffatte. Sempre a Magione record di buste Fred Perry probabilmente ancora da riempire: 1395.
Le difese e la perizia Gli otto imputati difesi dagli avvocati, Marco Brusco, Giuseppe De Lio, Sabrina Roccaforte, e Michele Rotunno nella prossima udienza del primo ottobre davanti al tribunale in composizione collegiale con i giudici Noviello, Volpe e Cataldo, chiederanno una perizia. Per loro infatti quei capi non erano assolutamente contraffatti.