di Mario Mariano
Bagno di folla e applausi al funerale di Antonio Ceccarini, il «Tigre» come era stato soprannominato l’ex giocatore del Perugia morto sabato dopo una lunga malattia. Caro Cecco, c’erano tutti e lo hai visto di sicuro; nessuna defezione, possiamo assicurartelo. Nonostante gli scampoli di vacanze, la difficoltà a trovare un posto per parcheggiare vicino alla parrocchia di Ferro di Cavallo, il caldo, la parrocchia che frequentavi, quella di San Giovanni Battista, era piena della tua gente, della Perugia di ieri e di oggi, con tanto di gonfalone; del tuo Perugia, con i tuoi ex compagni di squadra e con una rappresentanza del Perugia di oggi. Anche i due officianti, don Francesco e padre Mauro, non hanno nascosto il loro affetto e la loro simpatia per il Grifo.
Applausi Per te 4-5 applausi scroscianti, come quelli che la folla del Curi ti ha riservato tante volte. Uno è stato richiesto per la tua famiglia, per tua moglie Grazia, per quella stessa famiglia che ti ha accompagnato in quella sorta di calvario che hai sopportato con cristiana rassegnazione. Dicevamo: c’erano tutti, il solo timore è di aver perso per strada qualche nome. C’erano Silvano Ramaccioni, Francesco Ghini, la famiglia Castagner, il tuo capitano Pierluigi Frosio, Salvatore Bagni, Clelia Curi, Walter Novellino, Amenta, Roscini, Tinaglia, l’ingegner Sclafani, l’ex portiere Malizia, Mario Goretti, il magistrato Giuliano Mignini, il sindaco Andrea Romizi e l’ex primo cittadino Wladimiro Boccali. Presente anche Eros Lolli, che era un tuo tifoso dopo essere stato anche lui un protagonista del Grifo di Guido Mazzetti.
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Tanta gente E c’era anche lui, il sor Guido che ti allenò a Catania, rappresentato dal figlio Guglielmo. C’erano i giornalisti che hanno recensito le tue imprese e le giovani leve; c’era una buona metà del mondo del calcio dilettantistico che hai conosciuto bene ai tempi del Castel Rigone. Insomma, tanta gente, tanta commozione, ma anche tanta compostezza, perché tu ti sei integrato alla grande con la gente di Perugia proprio perché somigli a loro: nessuna enfasi nella gioia e nel dolore, ma consapevolezza. I tuoi figli Matteo e Gaia possono essere orgogliosi di te: hai lasciato loro dei valori ed è quello che conta.
La fede Perugia non si è smentita, neppure in questa occasione: ha voluto salutare con affetto e con riconoscenza un suo portabandiera, uno che in campo e nella vita ci ha messo sempre la faccia. C’erano tutti, abbiamo detto, anche il mondo imprenditoriale, dal suo leader Brunello Cucinelli agli imprenditori di un tempo, che ti seguivano dagli spalti del Curi. «Dalla strettoia in cui Antonio è finito, per via della malattia e della sofferenza, è uscito con la fede di andare oltre quella zona angusta, con la volontà di puntare alla vita eterna» ha detto durante l’omelia don Francesco. E padre Mauro ha aggiunto: «Sono stato vicino ad Antonio in questi mesi di sofferenza, sia a casa che in ospedale. Ogni volta mi ripeteva: “Mi considero fortunato perché ho una bella famiglia”. Ecco Antonio, tanta gente è venuta al tuo funerale per onorare sia la tua memoria che ringraziare i tuoi familiari che ti hanno accompagnato verso la pace eterna».
Twitter @mimar2000