di Francesca Marruco
Nell’estate del 2006 Sonia confidò all’allora cognato carabiniere di aver avuto rapporti sessuali con Umberto Bindella. Un paio di mesi dopo gli chiese di fare un controllo su di lui. A Sonia, quel ragazzo «che non le diceva neanche le cose basilari, tipo il lavoro o le frequentazioni » le sembrava strano, e voleva che il militare controllasse se era tutto a posto. A riferirlo in aula venerdì mattina è stato lo stesso carabiniere, Apa Paolo, che all’epoca della scomparsa di Sonia Marra, era fidanzato con la sorella di lei, Anna.
Lunghissima udienza Venerdì in aula davanti alla Corte d’assise presieduta dal giudice Aldo Criscuolo, a latere Daniele Cenci, ha testimoniato anche la sorella di Sonia Marra, Anna, che per cercare la sorella si è trasferita a Perugia dopo la sua scomparsa. Lunghissime le deposizioni di entrambi i testimoni che su richiesta della difesa di Umberto Bindella sono statti sentiti nel corso della stessa udienza. Tantissime e puntigliosissime le domande, soprattutto della difesa dell’imputato che non ha mai fatto mistero di ritenere il comportamento di Anna Marra e dell’allora fidanzato Paolo Apa.
Le confidenze a Paolo Paolo ha raccontato che nell’estate 2006, Sonia si era più volte confidata con lui. «L’estate 2006 fu particolare – racconta Apa – , io avevo avuto incidente in servizio. Ho fatto fisioterapia in casa Marra, a Lecce. In un paio di circostanze Sonia si avvicinò a me chiedendo di dialogare, come se mi volesse mettere alla prova per vedere se ero capace di tenere una cosa riservata. Poi mi chiese come potersi comportare in una relazione che stava avendo con una persona. In un’altra occasione invece mi espresse il suo disagio per l’uomo che frequentava che non parlava con lei anche di cose semplici come lavoro e frequentazioni ». Sempre nella stessa estate, secondo quanto detto dal testimone rispondendo ad una domanda di Alessandro Vesi, l’avvocato della famiglia Marra, Sonia gli avrebbe detto di aver fatto sesso sia con Michele Iannacone che con Umberto Bindella.
La richiesta dei controlli al carabiniere Il particolare della richiesta di Sonia, sparita nel nulla dal novembre del 2006 dalla sua casa di Perugia, è stato rivelato da Paolo Apa, che ha spiegato come Sonia gli chiese se aveva «possibilità di fare controlli per vedere se questa persona con cui si frequentava fosse una persona per bene». Esattamente il 6 ottobre del 2006, secondo quanto riferito dal testimone, Sonia gli avrebbe mandato un messaggio con il nome di Umberto Bindella e la sua data di nascita per chiedere di controllare. Il carabiniere in aula ha detto di non aver poi fatto alcun controllo.
Il bollo della moto di Umberto L’altro elemento nuovo emerso dall’udienza fiume di venerdì è stato un documento prodotto dall’accusa. E’ stato il pubblico ministero Giuseppe Petrazzini, che rappresenta la procura insieme alla collega Angela Avila a mostrare ad Apa Paolo uno stampato estratto dal computer di Sonia in casa a Specchia in cui la giovane aveva fatto ricerche per pagare il bollo della motocicletta di Umberto Bindella. Il documento è’ datato 28 luglio 2006. Dunque prima dell’estate. Dunque prima che, secondo quanto riferito da Umberto Bindella, i rapporti tra lui e Sonia si facessero più intimi. Perché allora sbrigare una cosa tanto personale per un rapporto con cui si aveva solo un rapporto di amicizia?
Tensione continua tra accusa e difesa Il documento che non è stato poi depositato è stato motivo di tensione tra accusa e difesa. Tensione che ha caratterizzato tutta l’udienza e che a tratti, ha raggiunto il livello di un vero botta e risposta che il presidente Crisucolo ha sedato richiamando alla calma. «si vuole trasformare la famiglia Marra da vittima a carnefice – ha tuonato il pm Petrazzini – . E’ un processo per omicidio» , «no è per far luce su una scomparsa», hanno replicato gli avvocati Silvia Egidi e Daniela Paccoi. Durante l’esame di Anna Marra da parte della difesa poi, il pubblico ministero Giuseppe Petrazzini ha anche lasciato l’aula ritendendo che alla teste venissero fatte domande non attinenti al processo.
La sorella: prima di sparire era strana Anche la sorella di Sonia ha parlato dell’imputato: «Mi parlò di Umberto – ha detto in aula – non lo ha fatto apertamente. Ma mi ha detto che frequentava uno della scuola ma era una relazione strana. Mi disse il nome solo dopo. Lei mi disse che c’era qualcosa di strano perché quando cercava di parlare con lui, lui si chiudeva e non rispondeva e si innervosiva . Lei lo frequentava, io sentivo che lei era innamorata. Non mi confermò che aveva avuto rapporti sessuali. Era diversa nell’ultimo periodo, era preoccupata». Anna Marra interrogata a lungo ha risposto con molti non ricordo alla maggior parte delle domande della difesa e in una pausa ha anche accusato un malore.
Chi conosceva Sonia? E di Sonia, udienza dopo udienza resta un ritratto sfocato e sbiadito. Nessuno sembra averla conosciuta veramente. Nessuno sembra in grado di riferire con certezza elementi centrali della vita di questa giovane studentessa sparita nel nulla in una notte di novembre di sei anni fa. In casa ha lasciato lo spazzolino e il dentifricio aperto sul lavandino. Una madonnina sulla libreria. Buste di vestiti e gli stivali nuovi che aveva appena comprato da cui non si sarebbe separata. Una vita spezzata. Finita nessuno sa dove. O come.