di Fra. Mar.

Una delle esigenze cautelari eccezionali ravvisate dal gip Carla Giangamboni, che per la seconda volta ha emesso un’ordinanza di custodia cautelare in carcere per Federico Bigotti – virtualmente scarcerato perché il riesame ha annullato la prima ordinanza per un vizio procedurale – è quella del pericolo di inquinamento probatorio. Secondo il giudice insomma, potrebbe manipolare i familiari per fare cose o dare versioni a lui più favorevoli.

Le canne davanti al padre Nel dispositivo il giudice porta ad esempio un fatto accaduto prima che Federico venisse arrestato la prima volta, e cioè di quando il giovane convince il padre – nel mezzo delle indagini, del corpo della madre all’obitorio e di una tragedia senza precedenti – ad accompagnarlo in un punto in un campo in cui aveva nascosto dell’hashish per farsi una canna. Il padre, alla fine, acconsente. E, come già emerso nella prima ordinanza, fa pensare che il figlio possa fargli fare quello che vuole.

FOTOGALLERY: IL LUOGO DEL DELITTO

TUTTI GLI ARTICOLI SUL CASO

Riesame E questo si chiamerebbe inquinamento probatorio. Ma i legali del giovane Federico, che ha solo detto una volta di aver visto la madre uccidersi, sono già pronti a tornare a tempo di record davanti al tribunale del riesame, a cui questa volta chiederanno di valutare la reale sussistenza delle «eccezionali esigenze cautelari», indispensabili per far emettere una seconda ordinanza in carcere. Gli avvocati Vincenzo Bochicchio e Francesco Areni depositeranno il ricorso prima della fine della settimana.

Il mago e la iella Mentre sarà nei primi giorni della prossima settimana che il ragazzo verrà visitato da uno psichiatra, mandato dai suoi legali. Figura questa di cui forse potrebbe aver avuto bisogno anche in precedenza, ma nessuno ce lo ha mai accompagnato. Anzi, i familiari hanno fatto ben altro: lo hanno portato da un mago che gli ha detto che era iellato. E per allontanare questa iella, gli aveva dato dei carboncini da bruciare a casa.

Questo contenuto è libero e gratuito per tutti ma è stato realizzato anche grazie al contributo di chi ci ha sostenuti perché crede in una informazione accurata al servizio della nostra comunità. Se puoi fai la tua parte. Sostienici

Accettiamo pagamenti tramite carta di credito o Bonifico SEPA. Per donare inserisci l’importo, clicca il bottone Dona, scegli una modalità di pagamento e completa la procedura fornendo i dati richiesti.