Indagano i Nas

di Francesca Marruco

L’accusa è quella di abuso d’ufficio. L’ipotesi è quella di concorsi truccati. Un paio di concorsi per stabilizzare dei professionisti nelle farmacie ospedaliere. E questa volta a finire nel registro degli indagati del nuovo filone della nuova inchiesta sulla sanità umbra, sono tre alti dirigenti della Asl 1. A partire dal suo direttore generale Giuseppe Legato. La nuova iscrizione nel registro degli indagati sarebbe nata dall’ascolto di alcune telefonate che hanno insospettito gli inquirenti e che hanno deciso di vederci chiaro. Ed è così che nei giorni scorsi, dopo l’iscrizione nel registro degli indagati, come atto dovuto per consentire perquisizioni e acquisizioni, gli uomini del Nas, coordinati dal pubblico ministero Mario Formisano, hanno bussato alla porta degli uffici e hanno effettuato delle acquisizioni documentali.

Irregolarità nel concorso Oltre al dg, nel registro degli indagati, per queste presunte stabilizzazioni irregolari per quattro posti nelle farmacie ospedaliere, ci sono anche altri due alti dirigenti, tra cui chi fu presidente di quella specifica commissione. Alla Asl 1 i carabinieri del Nas hanno bussato dopo aver studiato tutti quei documenti acquisiti al Broletto all’assessorato regionale e dopo l’ascolto di alcune conversazioni.

Il primo filone Inizialmente, erano stati indagati il dottor Antonio Perelli, fino a pochi mesi fa a capo dell’ufficio autorizzazioni e accreditamento dell’assessorato regionale alla Sanità, e altri due funzionari dell’assessorato e due farmacisti per presunti favoritismi concessi a due farmacie e per truffa ai danni della Regione, operata da una terza farmacia. In particolare, il pm li ha accusati di aver «costituito e promosso un’associazione per delinquere avente come scopo quello di gestire il servizio di distribuzione su vasta scala dei farmaci in Umbria».

Favoritismi e forzature Il pm Mario Formisano aveva scritto: «Non vi è prova di fatti di corruzione ma vi sono ampie tracce di favoritismi e forzature della legge» e anche «un groviglio di relazioni equivoche in cui sono coinvolti dei pubblici funzionari».

La nota di Legato Nel pomeriggio è arrivata una nota dello stesso Legato, in cui professa «la propria totale estraneità ad ogni ipotesi di irregolarità, esprimendo fiducia nei confronti della magistratura ed auspicando un’azione tempestiva e chiarificatrice».
«L’indirizzo generale dell’azienda – precisa Legato – è la stabilizzazione ovvero la trasformazione dei posti di lavoro da tempo determinato a tempo indeterminato, anche alla luce delle osservazioni fatte dalla Corte dei conti in merito al rispetto del tetto massimo di spesa dei contratti a tempo determinato. La gestione dei concorsi è demandata per legge alle commissioni esaminatrici, che agiscono in piena autonomia e responsabilità». «Preciso inoltre   – aggiunge Legato – che non c’è stata alcuna perquisizione, tutti gli  atti sono stati acquisiti con la nostra piena e totale collaborazione. E nel rinnovare la massima disponibilità e fiducia nella magistratura, mi auguro di poter essere sentito al più presto dagli inquirenti al fine di chiarire la mia posizione, nella certezza che l’avviso costituisca un ‘atto dovuto’ in fase di indagini preliminari in quanto direttore della struttura: atto destinato a cadere non appena accertati i fatti ai quali sono del tutto estraneo».

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