Federico Bigotti

di Enzo Beretta

Anche il ministro della Giustizia, Andrea Orlando, è stato informato del mancato ricovero di Federico Bigotti negli ospedali psichiatrici giudiziari che «ospitano i pazienti per i quali non è stato ancora eseguito il ricovero presso le Rems». E’ uno dei passaggi dell’ordinanza del giudice Valerio D’Andria che ha assolto il 21enne, responsabile dell’omicidio della madre Anna Maria Cenciarini, avvenuto nel dicembre 2015, poiché incapace di intendere e volere al momento dell’omicidio. Ieri il gip perugino Valerio D’Andria ha ordinato l’«immediata liberazione di Bigotti e il suo trasferimento presso il servizio psichiatrico di diagnosi e cura» del capoluogo umbro. Nei confronti del giovane è stata applicata «la misura di sicurezza del ricovero in ospedale psichiatrico giudiziario per la durata di dieci anni».

Pericolosità sociale Nelle 14 pagine di provvedimento viene ripercorsa la vicenda giudiziaria di Bigotti, al quale il 13 luglio 2016 «è stata applicata la misura di sicurezza provvisoria dell’ospedale psichiatrico giudiziario da eseguirsi mediante ricovero in una Rems». Considerata la «rilevantissima pericolosità sociale del soggetto» è stato chiesto alla Procura di individuare una struttura riabilitativa per malati psichiatrici ma «a distanza di quattro mesi non è stata data esecuzione alla misura e Bigotti continua ad essere ristretto in regime di custodia cautelare in carcere».

Non ci sono posti letto nelle Rems «Tale situazione – è spiegato – si è determinata per l’incapienza della Rems di Volterra individuata dall’amministrazione competente come quella idonea ad ospitare l’indagato». Il Dap, però, «ha fatto sapere che in tutto il territorio nazionale vi è indisponibilità di posti letto nelle Rems». In più ad ottobre l’amministrazione penitenziaria «ha rifiutato il ricovero di Bigotti presso gli ospedali psichiatrici giudiziari tuttora aperti che ospitano i pazienti per i quali non è stato ancora eseguito ricovero presso le Rems» e di questo «è stato portato a conoscenza il ministro della Giustizia».

‘Mancata esecuzione della misura di sicurezza’ Bigotti – prosegue il gip – «è attualmente sottoposto alla detenzione carceraria nonostante tale misura sia stata sostituita con la misura di sicurezza del 13 luglio 2016» («finora rimasta ineseguita»).

Il ruolo del Centro salute mentale Il magistrato spiega nel provvedimento di aver contattato «le strutture del servizio sanitario competenti per territorio, informandole della situazione generatasi in conseguenza della mancata esecuzione della misura di sicurezza». Ecco dunque la nota del direttore del Csm di Città di Castello che «informa della predisposizione del servizio di ricovero immediato di Bigotti presso il Servizio psichiatrico di diagnosi e cura di Perugia, anche al fine di un eventuale successivo inserimento presso le comunità terapeutiche che si rendessero disponibili ad accoglierlo». In conclusione è stato disposto che Bigotti «all’atto della liberazione venga trasferito presso il Servizio psichiatrico di diagnosi e cura di Perugia per seguire il programma di trattamento predisposto dalle autorità sanitarie competenti». D’Andria ha ordinato «l’immediata liberazione di Federico Bigotti e il suo trasferimento per la presa in carico da parte del Centro di salute mentale competente».

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