di Fra. Mar.

Un appalto succulento, che aveva risvegliato mire economiche in molti imprenditori quello della gestione dell’Auditorium San Domenico di Foligno, dell’oratorio del Crocifisso e della Chiesa di Santa Caterina. Un appalto inizialmente aggiudicato da una Ati e poi passato alla seconda classificata, che al momento dell’esclusione presentò formale denuncia. Fu lì che la procura di Perugia mise sotto la lente di ingrandimento i meccanismi che portarono a quell’aggiudicazione.

Accusa E secondo il pm Gemma Miliani, titolare del fascicolo, due imprenditori e due funzionari del Comune di Foligno, sarebbero responsabili di turbativa d’asta e per loro ha chiesto il processo. Venerdì mattina, davanti al gip Alberto Avenoso, per gli imputati, difesi tra gli altri dagli avvocati Luciano Ghirga e Giovanni Picuti, c’è stato solo un rinvio e una ufficiosa comnicazione di non voler chiedere riti alternativi.

Le pressioni Sta scritto nel capo d’imputazione che l’allora presidente della commissione e dirigente area cultura e turismo del Comune di Foligno, l’allora direttore generale dello stesso Comune, il portavoce del Co.Si.F. e l’ amministratore unico di Cei costruzioni, sarebbero resdponsabili di turbativa d’asta perché «con mezzi di intimidazione e d’istigazione diretti dapprima ad impedire alla società TMC di partecipare alla gara suddetta», sarebbero arrivati ad «estrometterla a vantaggio di Co.Si.F.».

Il rovescio della medaglia «In particolare – recita il capo d’imputazione- , lo avrebbero fatto con promesse di vantaggiose sponsorizzazioni per la squadra di basket di proprietà del legale rapprensentante di TMC» avanzate dagli altri due imprenditori. In più, i funzioanri del comune sarebbero responsabili di «atti gravemente denigratori nei confronti del legale rappresentante di Tmc- additato come “delinquente”, evidenziando peraltro la necessità di “ tutelare i dipendenti Co.Si.F” in pregiudizio di TCM».

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