Monsignor Renato Boccardo

di C.F.
Twitter @chilodice

«Defraudare gli operai con il mancato pagamento del giusto salario, negare i fondamentali diritti sanciti dalla Costituzione e ipotecare il loro futuro è uno dei peccati che gridano vendetta al cospetto di Dio». Non tace monsignor Renato Boccardo, arcivescovo di Spoleto-Norcia, di fronte alla delicata vertenza della ex-Pozzi e anzi alza la voce chiedendo alle istituzioni regionali «di mettere in atto azioni concrete per giungere al più presto ad una equa soluzione del problema, mossi unicamente dal rispetto della dignità delle persone e del lavoro e dal superamento di interessi privati o di parte».

Accordo rifiutato per due volte L’intervento del presule arriva alla viglia del presidio organizzato e autorizzato di fronte al tribunale, in programma per venerdì mattina, ma soprattutto a margine di una settimana scandita da pesanti giornate di sciopero, seguite al doppio rifiuto dei lavoratori di siglare l’accordo sindacale che non solo prevede la rinuncia al Tfr e ai diritti fin qui acquisiti, ma non prospetta soluzioni industriali chiare per il futuro.

«La Chiesa non può tacere» Punti su cui monsignor Boccardo, che in alcuni passaggi cita Papa Francesco, è chiaro: «La Chiesa non può tacere di fronte a un concetto di ‘economia dell’esclusione e dell’inequità’ e non agli operai deve essere chiesto di rinunciare ai propri diritti, ma è piuttosto necessario che vengano messi in campo i profitti di questi anni senza gravare di ulteriori sacrifici chi non ha colpa della disastrosa situazione, perché ‘non condividere i propri beni con i poveri significa derubarli e privarli della vita’».

Le parole del presule Una difesa incondizionata dei lavoratori del polo metallurgico «che vedono il futuro delle loro famiglie seriamente minacciato dalla presente drammatica situazione. La Chiesa di Spoleto-Norcia – prosegue il presule – è sempre stata vicina ai lavoratori, specialmente attraverso la solidarietà delle parrocchie di cui sono figli e le iniziative della Caritas diocesana, alla quale sempre più spesso si rivolgono operai che vivono la tragedia della disoccupazione e anche della povertà, ma la Chiesa non disponiamo di soluzioni per tutte le questioni particolari. Tuttavia, insieme con le diverse forze sociali, accompagna le proposte che meglio possono rispondere alla dignità della persona umana e al bene comune».

Da qui l’appello alle istituzioni locali e regionali: «Alla vigilia dell’appuntamento elettorale, chiedo a tutti i Responsabili della cosa pubblica, ai Rappresentanti sindacali, agli Amministratori locali e regionali, di mettere in atto azioni concrete per giungere al più presto ad una equa soluzione del problema, mossi unicamente dal rispetto della dignità delle persone e del lavoro e dal superamento di interessi privati o di parte».

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