Eros Brega indagato per peculato e concussione

di Ivano Porfiri

C’e’ anche la concussione tra i reati contestati dalla procura di Terni al presidente del consiglio regionale Eros Brega nell’ambito dell’indagine che ha portato in carcere il direttore della Confcommercio cittadina, Leandro Porcacchia. Brega era stato ascoltato lunedì dal pm Elisabetta Massini, titolare del fascicolo.

La concussione Al termine dell’interrogatorio era emerso come il presidente dell’Assemblea regionale fosse accusato di peculato in relazione al periodo in cui era a capo dell’associazione Eventi valentiniani, tra il 2003 e il 2008. Il nuovo capo di accusa, quello di concussione, sarebbe relativo a un episodio circoscritto: la visita istituzionale in carcere a Terni nel corso della quale Brega avrebbe indotto un ufficiale delle guardie carcerarie a fargli incontrare Porcacchia (accusato di estorsione per aver chiesto una tangente a un ristoratore per l’apertura di un esercizio) facendo leva sul suo ruolo di presidente del consiglio regionale. Il reato, per intendersi, è proprio di chi riveste un’autorità. Ad esempio, è lo stesso contestato a Silvio Berlusconi per la richiesta in veste di presidnete del Consiglio di rimettere in libertà Ruby.

La difesa: improponibile Secondo il difensore di Brega, l’avvocato Manlio Morcella, la concussione è un «solo un corollario del filone principale». «Un’accusa giuridicamente improponibile», ha sottolineato il legale. Nell’interrogatorio di lunedì Brega ha rivendicato l’assoluta correttezza del proprio operato.

Altri due indagati Nel filo d’indagine sugli Eventi valentiniani, intanto, spuntano due nuovi indagati: si tratta di due commercialisti. Gli investigatori avrebbero riscontrato ammanchi per circa 2 milioni di euro nella gestione dell’associazione, denaro proveniente perlopiù da contributi pubblici. Sono in queste ore in corso approfondite verifiche sulle carte sequestrate alla Confcommercio e al Comune di Terni e su questo flusso di denaro si sarebbero concentrate le contestazioni nel corso degli interrogatori in procura.

Pronto a lasciare Intanto, nella mattina di martedì Brega si è detto pronto a fare un passo indietro dalla presidenza del Consiglio regionale per affrontare con maggiore serenità la vicenda giudiziaria che lo ha coinvolto. Ci sono dunque anche le dimissioni nel ventaglio di disponibilità espresse ai capigruppo di maggioranza di Palazzo Cesaroni dopo l’avviso di garanzia per peculato e dopo l’interrogatorio in procura di lunedì. Questa è il testo della dichiarazione congiunta dei capigruppo dalla maggioranza in Consiglio regionale sulla vicenda giudiziaria riguardante il presidente del Consiglio regionale, Eros Brega.

Piena fiducia «In relazione all’avviso di garanzia che ha raggiunto il presidente del Consiglio regionale, Eros Brega, per questioni risalenti ad anni in cui svolgeva un altro incarico – affermano i capigruppo – auspichiamo che il presidente sappia portare elementi in grado di fare piena luce sulla vicenda. Ribadiamo la piena fiducia nell’operato dell’Autorità inquirente, auspicando che essa concluda il proprio lavoro nel più breve tempo possibile, per gli evidenti riflessi istituzionali che la vicenda rischia di produrre sull’attività e il prestigio dell’Assemblea legislativa regionale».

Apprezziamo sensibilità «Apprezziamo la sensibilità manifestata stamani dal presidente Brega – continuano – che, nel corso della riunione congiunta dell’Ufficio di Presidenza e della Conferenza dei capigruppo precedentemente fissata, ha dichiarato la sua volontà e disponibilità a evitare situazioni di difficoltà all’organo che presiede su indicazione della maggioranza, anche al fine di svolgere con maggiore libertà le sue prerogative nella vicenda giudiziaria che lo riguarda».

Ci riserviamo riflessione I capigruppo sottolineano, pertanto, «l’alto rilievo istituzionale assunto dal presidente Brega che pone la difesa del bene comune al di sopra degli interessi personali. Sulla vicenda in questione ci riserviamo, altresì, un’ulteriore riflessione, anche alla luce di nuove ed eventuali informazioni che, ad oggi, non sono a nostra disposizione».

Da che pulpito parla Modena I capigruppo di centrosinistra respingono, infine, «le dichiarazioni strumentali del capogruppo “Per l’Umbria”, Fiammetta Modena, espresse con un livore che, a qualsiasi livello di confronto, mal si addice a un alto rappresentante politico-istituzionale. Consideriamo irricevibili le considerazioni espresse dal consigliere Modena, esponente di un centrodestra che tra i suoi massimi rappresentanti in Parlamento annovera persone con condanne passate in giudicato, le quali continuano a svolgere i loro compiti. Non è pertanto da quel pulpito – concludono i capigruppo – che le forze di maggioranza intendono ricevere lezioni di moralità e rigore politico e istituzionale».

Replica di Nevi (Pdl) «Letta la nota dei capigruppo di centro sinistra e preso atto della disponibilità di Brega di mettere a disposizione il suo mandato di presidente del Consiglio, è necessario specificare che il PdL è una forza politica che fa del garantismo un suo pilastro imprescindibile e ciò vale anche per tutte le vicende giudiziarie che stanno riguardando il centro sinistra umbro». Così il capogruppo regionale del Pdl, Raffaele Nevi, sulla vicenda giudiziaria riguardante il presidente del Consiglio regionale. «Fiammetta Modena – aggiunge l’esponente del Pdl – è su questa linea come tutti noi. E non poteva non rimarcare le anomale vicende che travolgono il ‘potere rosso’ in Umbria, così come era giusto rimarcare che il centro sinistra non può farci la lezioncina di morale su tutto e, se fosse coerente con quello che dice a livello nazionale contro Berlusconi, dovrebbe perciò essere conseguente in Umbria. Sono loro – sostiene Nevi – che ogni minuto chiedono le dimissioni di Berlusconi. Speriamo che queste vicende li rendano meno arroganti e che smettano di dare pagelle che non possono dare».

Bottini: vicinanza «Con la volontà e la consapevolezza di dover preservare con responsabilità le istituzioni umbre da qualsiasi strumentalizzazione politica, esprimo, anche a nome della segreteria regionale del Partito democratico, la mia vicinanza, umana prima ancora che politica, al presidente del consiglio regionale dell’Umbria». Così, in una nota, il segretario regionale Lamberto Bottini. «Auspichiamo – continua Bottini – che Eros Brega, di cui apprezziamo la disponibilità a evitare situazioni di difficoltà all’organo che presiede, possa al più presto fornire in sede di indagine elementi di chiarezza sulla sua posizione nell’ambito della vicenda giudiziaria che lo vede coinvolto. Ribadiamo, altresì, la nostra piena fiducia nell’operato della magistratura inquirente, che ci auguriamo sia messa nelle condizioni di concludere il proprio operato nel più breve tempo possibile. Consideriamo, invece, da respingere – conclude Bottini – ogni considerazione che si dimostri di scarso senso istituzionale o meramente strumentale come quelle rilasciate da qualche esponente di centrodestra».

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