di Maurizio Troccoli e Chiara Fabrizi
Appalti truccati, malaffare, corrotti, eccolo ripetersi l’incubo italiano, ad ogni grande cantiere. Da nord a sud, nonostante gli scandali del passato, quel malcostume si ripresenta nelle forme di sempre, strisciante, pericoloso e, a tratti, paradossalmente ingenuo. Qualcuno direbbe basta, ancora oggi, intercettare il telefono di un direttore generale dei lavori ed ecco acchiappata una banda di ladruncoli, che stringono accordi, si scambiano favori, per ricevere appalti e subappalti. Ogni italiano, pur non conoscendo i dettagli, potrebbe raccontare anche la storia che ha mosso i primi passi di giustizia, mercoledì all’alba, facendo scattare 21 misure cautelari in tutta Italia. E anche in Umbria, come nel Lazio, in Lombardia, in Piemonte,Liguria, Toscana, Abruzzo e Calabria. Gli arresti umbri raggiungono Orvieto dove all’alba sono state eseguite le due misure cautelari e le perquisizioni in due abitazioni. Quella dell’imprenditore Franco Ceprini, 71 anni, della nota impresa di costruzione ‘Ceprini Costruzioni’ e della nipote Lucia Ceprini, 38 anni. Entrambi risultano ristretti ai domiciliari.
Grandi opere Insomma si riparte ancora una volta così, da quel direttore generale, dal suo secondo, la persona più fidata, a cui confidare le trame e a cui affidare l’incarico di incontrare persone, stringere accordi, incassare favori. Questa volta le ‘Grandi opere’ non sono quelle del G8 che hanno visto coinvolte anche la protezione civile nei suoi vertici, ma autostrade, ‘Alta velocità’. Insomma Tav ‘ ‘Alta velocità Milano-Genova-Terzo Valico Ferroviario dei Giovi” (Alta Velocità Milano-Genova); 6° Macrolotto dell’autostrada A3 Salerno-Reggio Calabria e della ‘People Mover’ di Pisa. Ma dal fondo arriva sempre lo stesso cattivo odore: quello che vede dirigenti e funzionari pubblici abusare del proprio ruolo, favorire alcune grandi aziende private, per avvantaggiarsene individualmente, insieme a una ristretta cerchia di persone, che in altri tempi è stata denominata ‘cricca’.
La ricostruzione Negli arresti di mercoledì mattina si incrociano indagini della Guardia di finanza e dei carabinieri del comando Provinciale di Roma. Prende il nome di ‘Amalgama’ e ipotizza «un’associazione per delinquere finalizzata al compimento di condotte corruttive per l’ottenimento di contratti di subappalto nell’ambito delle ‘Grandi opere’. Tra i reati contestati c’è anche l’estorsione. Agli atti degli investigatori risultano documentate «condotte illecite di un gruppo di persone costituito, organizzato e promosso dal rettore dei Lavori fino al dicembre del 2015, nell’ambito delle tre opere pubbliche e dal suo socio di fatto, un imprenditore calabrese operante nel ramo delle costruzioni stradali, che si è avvalso del contributo di altre 9 persone, tra cui anche alcuni funzionari del consorzio Cociv».
Ceprini: «Completamente estranei» Si riporta la nota dei legali dei due imprenditori orvietani: «La società Ceprini costruzioni di cui il Franco Ceprini è il presidente, opera da oltre 40 anni nel settore costruzioni infrastrutture con onestà, serietà e grande professionalità, dando lavoro ad oltre 300 dipendenti. Franco Ceprini e Lucia Ceprini, indagati per i reati di cui agli articoli 319 e 321 codice in concorso, sono completamente estranei a qualsiasi ipotesi di reato che viene loro contestato. La Ceprini costruzioni srl ha avuto rapporti di subappalto con aziende coinvolte nell’inchiesta e non ha commesso alcuno dei reati per cui si procede. Franco Ceprini e Lucia Ceprini in occasione dell’interrogatorio di garanzia davanti al Gip di Roma forniranno i più ampi chiarimenti – anche con prove documentali – sulla loro posizione, confidando nell’operato della magistratura».