Il tribunale penale di Perugia (Foto F. Troccoli)

di Francesca Marruco

Alla fine le repliche nel processo a sette anarchici accusati di associazione sovversiva, se le sono fatte il pubblico ministero e direttamente uno dei due imputati principali. L’intervento degli avvocati – che difendono Sergio Stefani e Alessandro Settepani e altre cinque persone – è stato infatti piuttosto marginale rispetto alla puntigliosa replica del sostituto procuratore Manuela Comodi e all’arroganza delle dichiarazioni spontanee di Sergio Stefani. Nella mente dei giudici, c’è da giurarci, resteranno le loro parole.

Elementi non interpretabili «Le difese – ha detto Comodi – banalizzano le condotte degli imputati e parcellizzano gli indizi, vogliono farvi ritenere che i legami tra un indizio e l’altro sono farneticazioni del pm. Qualcuno ci ha pure creduto, perché non è facile avere una visione d’insieme. Quando entrerete in camera di consiglio, ogni volta che proverete a dire ‘no questo fatto non esiste’, non riuscirete a collocare nel nulla certi elementi che hanno un significato univoco e che non possono essere interpretati in un altro modo.  In questo caso è difficile, se non impossibile, interpretare certe condotte in modo diverso da come ho fatto io».  

I ganci  All’insinuazione fatta dagli avvocati nelle arringhe,  sulla ‘sparizione’ dei ganci, Comodi risponde che «i legali non li hanno mai visti perché i loro clienti li hanno fatti sparire». Mentre invece, replicando alle difese che hanno affermato come, anche se posizionati, quei ganci al massimo avrebbero potuto provocare un ritardo, il pm ha detto: « La difesa dice che anche con il gancio messo, il treno si sarebbe solo fermato,  e non avrebbe creato problemi per l’incolumità pubblica. Vogliamo fare un esperimento giudiziale? Vogliamo vedere se un treno Tav lanciato a tutta velocità che si ferma perché gli manca l’energia elettrica, vogliamo vedere se i passeggeri rimangono tutti illesi?»: Le difese tra l’altro hanno detto che nessuno può sapere cosa realmente volessero fare quella sera Stefani e Settepani con i ganci che avevano in macchina. «E come facciamo a dire il contrario allora?  – ha detto Comodi – quando hanno seguito pedissequamente tutto quello che indicava il manuale ‘Ad ognuno il suo. Mille modi per sabotare questo mondo’»?

Movimenti fluidi «Questi movimenti – ha detto ancora il magistrato – sono molto più fluidi per questo più difficili da individuare e processare delle Br, ma non sono meno pericolosi. E’ per questo che io non posso non dire che Cospito è sottoposto a misura cautelare per la gambizzazione di Adinolfi, indagato anche per l’attentato al Ris di Parma. Non mi capita tutti i giorni di chiedere pene cosi alte, ma che non siamo davanti al terrorismo come quello delle Brigate Rosse, lo dimostra il fatto che non ho chiesto 30 anni, ma dieci, e credo di aver fatto una richiesta ragionata».

Stefani Dopo una breve pausa, a prendere la parola è Sergio Stefani, «da cinque anni in custodia cautelare». «Se parlo ora – ha detto – non è per sembrare buono, né per differenziare la mia posizione rispetto agli altri, ma perché non posso ascoltare in silenzio le menzogne che la Comodi dice senza vergognarsi». Non finisce neanche la frase che il presidente Semeraro lo riprende e lo esorta a continuare senza offendere nessuno, concetto che però non viene compreso fino in fondo visto che poco dopo, parlando ancora del pm Comodi, dice di avere  «compassione per chi si prostituisce, ma non nel senso di vendere il proprio corpo». Semeraro lo blocca subito,  invitandolo ancora una volta a toni consoni. Per il pm è abbastanza ed esce dall’aula.

Sono anarco individualista Pochi minuti prima Stefani aveva detto che molte affermazioni fatte dal pubblico ministero, sarebbero state fatte «per  buttarla in caciara». «Il pm – dice ancora Stefani che incassa lo sguardo accondiscendente dell’altro imputato Settepani e il favore dei ‘compagni’ seduti tra il pubblico – parla di elementi concreti, anche se in bocca a lei mi sembra un ossimoro. La Comodi ha parlato del mio numero di cellulare cambiato e del fatto che io ero sparito.  Ma io non ero sparito, ero semplicemente andato in vacanza in Spagna con mia sorella. Sono cinque anni che sto in carcere e so quale è il gioco delle procure: quello di arrestare qualcuno e questo qualcuno o si scagiona o ti indirizza verso altri, io fino ad ora sono sempre stato zitto. Questa non è una presa di distanza dalle azioni anarchiche, e comunque – puntualizza – io sono anarco individualista.  Se lo segni – dice riferendosi al pubblico ministero – visto che ci incontreremo sicuramente in futuro. Io non mi aspetto di venire assolto, ma solo di avere clemenza». La sentenza è attesa per le 17.30.

 

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