di Chiara Fabrizi

Ennesimo grave incidente sul lavoro in Umbria. Un operaio edile di 43 anni è morto nel tardo pomeriggio di martedì in un cantiere di Montefalco. La vittima è Luciano Sotir molto conosciuto a Montefalco.

Muore a 43 anni sul lavoro Il lavoratore era impegnato nella ristrutturazione di un edificio quando il solaio ha ceduto. Il 43enne, dipendente della ditta che stava eseguendo i lavori, è quindi precipitato per alcuni metri ed è morto schiacciato. Il cantiere è stato sequestrato. La salma è a disposizione della Procura di Spoleto, che nelle prossime ore con ogni probabilità disporrà l’autopsia sulla salma di Sotir, che lascia due figli piccoli, tanto che sui social a ricordarlo è anche il personale della scuola Melanzio-Parini di Montefalco a scrivere: «L’intero Istituto si stringe intorno alla famiglia Sotir per la drammatica scomparsa dell’adorato papà Luciano. Partecipiamo con viva commozione e umano cordoglio alla vostra incommensurabile perdita»

Sindacati: «Ecco cosa fare per fermare la strage» A evidenziare che il 2023 è già «un anno orribile per la sicurezza» sono Cgil, Cisl e Uil dell’Umbria, che ricordano come in 5 mesi nella regione siano già morti 10 lavoratori: «Bisogna riaffermare con forza che infortuni e morti sul lavoro non sono ineluttabili, né una triste conseguenza del destino, ma avvengono per mancanza di prevenzione, formazione e vigilanza, conseguenza diretta di scelte politiche che hanno comportato tagli su tagli nel corso degli anni. Occorre al contrario investire con decisione in salute e sicurezza – insistono Cgil, Cisl e Uil – e i ritardi nella definizione di interventi e azioni necessari a mettere fine a questa strage non sono più accettabili». Secondo i sindacati umbri va dunque «ripreso immediatamente e portato a concretezza il percorso avviato dopo la tragedia di Gubbio di 2 anni fa con la prefettura di Perugia, la Regione, le Dtl, l’Inail, le Camere di commercio, le associazioni datoriali e l’Anci Umbria per definire un piano straordinario di formazione dedicata sia ai lavoratori che alle imprese, valorizzando anche gli strumenti della bilateralità; potenziare gli organici dei servizi di vigilanza, in particolare quelli che svolgono la propria attività lavorativa in settori in cui il rischio è alto; un coordinamento delle attività di controllo preventivo con un interscambio informativo tra i diversi enti e istituzioni coinvolte; un programma di qualificazione delle imprese con l’introduzione della patente a punti e incentivi per chi si impegna a migliorare i sistemi di sicurezza; il superamento degli appalti al massimo ribasso; e un netto miglioramento della qualità del lavoro contrastando la precarietà».

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