«Salute e benessere, welfare e donna»: di questo si è parlato lunedì durante il convegno della Fnp Cisl, Cisl Medici, Cisl regionale e del coordinamento donne regionale dei pensionati della Cisl. L’incontro, come ribadito dal segretario generale regionale Fnp Cisl Umbria Giorgio Menghini, vuole essere un’occasione costruttiva per contribuire al nuovo Piano sanitario regionale, intento che è stato accolto con favore dalla presidente della Regione Umbria Catiuscia Marini, presente ai lavori. Su un nuovo umanesimo e quindi sulla necessità di mettere al centro la persona si è incentrato l’intervento della responsabile regionale delle donne della Fnp Cisl Umbria Nerina Antonini Ponti, che volutamente e in modo esplicito ha voluto «buttare legna sul fuoco» il giorno dopo la ricorrenza dell’8 marzo. Sulle donne, infatti, continua a gravare quasi esclusivamente il peso della cura familiare, delle persone anziane e di quelle portatrici di handicap. Ancora irrisolto il problema della conciliazione dei tempi della famiglia e del lavoro che dovrebbe trovare supporto in un cambiamento culturale e nei servizi. La responsabile ha ribadito che l’assistenza domiciliare deve essere preferita alle altre soluzioni, anche se deve essere supportata da un sistema di welfare che sia al passo con cambiamenti epocali.
Un nuovo scenario Un nuovo scenario, quello che dovrà affrontare l’Umbria, con una popolazione over 65 che rappresenta il 21 per cento di quella complessiva, della quale il 2,1 per cento ha più di 85 anni. Di questo invecchiamento progressivo della popolazione e della necessità di un cambiamento culturale degli stili di vita ha parlato il professore emerito dell’Università di Perugia Umberto Senin, gerontologo e geriatra. La longevità diffusa, infatti, deve andare di pari passi con la prevenzione e con abitudini di vita più consapevoli. Inoltre, il professore, facendo riferimento all’anziano al tempo della crisi, ha sottolineato che in molti casi il lavoro che in Italia prima veniva svolto dalle badanti, oggi è sempre di più svolto dai familiari in quanto diventa un aiuto economico al bilancio familiare.
Politiche sanitarie Le politiche socio-sanitarie e la loro sostenibilità e appropriatezza sono state invece al centro dell’intervento del dottor Pino Giordano (Cisl Medici) che ha ribadito la necessità di ritornare ad una unificazione della governance regionale riguardo ai settori sanitario e sociale: «Essendo servizi alla persona – ha detto – non possono che essere gestiti unitariamente. In questo modo, si ottimizzerebbero anche l’utilizzo delle risorse contribuendo, con una maggiore efficacia ed efficienza dell’intero sistema, a renderlo più sicuro e sostenibile. In ogni caso, va rivendicato come prioritario ed irrinunciabile la tutela del diritto alla salute, accettando eventuali interventi organizzativi, che permettano di garantire i Lea (livelli essenziali di assistenza) e, quindi, le risorse necessarie».
Piano sanitario Il segretario generale regionale Cisl Umbria Ulderico Sbarra, che ha curato le conclusioni del convegno, ha ribadito che l’invecchiamento della popolazione non può essere considerato come una variabile indipendente e che quindi il piano sanitario e quello sociale della Regione ne dovranno tener conto. Per i lavoratori e soprattutto per le lavoratrici, sulle quali continua a grave troppo spesso un carico eccessivo di lavoro di cura e assistenza, è più importante il mantenimento di un servizio che un aumento in busta paga. Da questo, l’importanza della concertazione con i comuni, sui quali la Cisl e la Fnp Cisl sono impegnate.