La violenza sulle donne, fenomeno dilagante che assume sempre più la connotazione di una piaga sociale. L’Umbria purtroppo si colloca ai primi posti, in ambito nazionale, per il numero dei casi registrati in rapporto alla popolazione. Il Movimento 5 Stelle di Perugia e Efd- Europe of freedom and direct democracy- ha organizzato un convegno per un confronto tra mondo dell’associazionismo e del volontariato, istituzioni ai vari i livelli – Comune, Regione, Parlamento italiano ed europeo – e cittadini tutti, allo scopo di definire quali possano essere le risposte e le soluzioni concrete.

L’appuntamento «’Violenza sulle donne: si riparte dal sentimento’: questo il titolo del convegno, svoltosi sabato scorso alla sala della Vaccara – è scritto in una nota del movimento -, che vuole anche segnare una modalità di approccio al problema incentrando l’attenzione sul rispetto reciproco nel rapporto uomo/donna. Nell’introdurre i lavori la capogruppo M5S al Comune di Perugia Cristina Rosetti ha focalizzato l’attenzione sulla necessità di considerare il fenomeno nelle sue mille sfaccettature per poi delineare interventi che vadano nella direzione sia della prevenzione che della repressione». «Occorre -ha specificato- intervenire a livello educativo coinvolgendo famiglia e scuola, agire sul tessuto sociale e trovare le risposte al degrado crescente e, al tempo stesso, rendere efficaci le misure repressive attraverso la maggior velocità dei processi e la certezza della pena affinché la vittima possa trovare il coraggio di denunciare le violenze senza correre inutili rischi».

Le associazioni Le rappresentanti delle varie associazioni hanno illustrato il lavoro svolto e i risultati ottenuti nei vari ambiti, rimarcando però i problemi irrisolti tra i quali la concreta difficoltà di dover garantire assistenza e servizi alle vittime pur nelle contingenti ristrettezze economiche. La responsabile dei Centri antiviolenza Sara Pasquino ha illustrato l’attività delle due sedi attualmente aperte in Umbria, a Perugia e Terni, sottolineando come i centri siano pubblici e non segreti «perché le donne ospiti non devono nascondersi né vergognarsi di nulla». Anna Petri dell’associazione ‘Il coraggio della Paura’ ha rimarcato la necessità delle associazioni di far rete per dare risposte sempre più efficaci e per poter far fronte in modo efficiente alla crescenti richieste di aiuto: sull’importanza della prevenzione nelle scuole si è soffermata Stefania Curti, Rappresentante dell’associazione Rete delle donne antiviolenza onlus. L’associazione Margot ha proiettato un video per le scuole, per spiegare le dinamiche della violenza e trasmettere un importante messaggio “bisogna reagire e denunciare”. Vanna Ugolini, presidente di Margot, ha esordito ricordando l’odissea di una ragazza vittima di una violenza sessuale all’uscita di una discoteca, che da quel momento ha visto la sua vita fermarsi e per riprendere avrebbe bisogno di chiudere la vicenda e vedere la condanna del responsabile, ma il processo viene rinviato di anno in anno. Margot è un’associazione sportiva e di promozione culturale che si occupa di diritti civili e di tutela delle vittime di violenze in genere, e i suoi settori di intervento spaziano dalla formazione, ai corsi per la difesa personale, all’informazione, ai servizi. Proprio attraverso i corsi di formazione è possibile affrontare al meglio una possibile situazione di emergenza in cui la vittima sta per subire violenze. Grazie a questa associazione è stato aperto in Umbria il primo centro di ascolto per autori di maltrattamenti, il cui funzionamento è stato illustrato dall’avvocato Emanuele Florindi. Con lo psicoterapeuta Massimiliano Cappelletti si è affrontato il tema delle “radici dell’odio” e come alla base della violenza spesso ci sia un’errata concezione del rapporto uomo/donna.

Approfondimento «Quando l’uomo considera la compagna come un essere in suo possesso da controllare, comandare e quindi all’occorrenza punire, si innesca un meccanismo pericoloso che può sfociare nella violenza estrema- ha spiegato Cappelletti. La presidente del Centro regionale per le pari opportunità Daniela Albanesi ha illustrato tutto il lavoro del Centro, che è attivo dal 1989: «Un impegno molteplice su vari fronti, e purtroppo sempre in crescendo nel tempo, sono aumentate in modo esponenziale le chiamate al Telefono donna – ha rimarcato la presidente – in questi anni ci siamo occupati di innumerevoli pubblicazioni e vademecum per fornire strumenti utili di prevenzione; abbiamo analizzato la situazione e delineato percorsi di intervento». Partendo dall’Europa, l’europarlamentare Laura Agea ha parlato di un emergenza grave da affrontare a tutti i livelli e mediante un’opportuna pianificazione, e l’altra eurodeputata Daniela Aiuto (commissione Femm) ha esordito stigmatizzando la grave quanto inspiegabile decisione di annullare la dedica annuale che vedeva il 2016 anno europeo dedicato al contrasto della violenza di genere: «Decisione assurda – ha aggiunto – anche perché l’anno si è aperto con i gravissimi fatti di Colonia. Riguardo le azioni, proprio in ambito europeo un primo passo significativo consisterebbe nel pretendere che tutti gli stati aderiscano alla Convenzione di Istanbul ovvero la convenzione del Consiglio d’Europa sulla prevenzione e la lotta alla violenza contro le donne e la violenza domestica, che purtroppo ad oggi è stata ratificata da 8 paesi sul totale dei 28 dell’Unione».

Proposte L’eurodeputata Laura Ferrara (commissione libertà civili, giustizia, affari interni) ha spiegato come si stia procedendo a livello europeo con un’azione di monitoraggio per conoscere l’esatta situazione di ogni Paese: al momento dai dati generali emerge una disparità di trattamento penalizzante per le donne nei settori lavorativo/sociale: le disoccupate sono in numero molto maggiore agli uomini, a parità di incarichi la loro retribuzione è sempre inferiore ed hanno molte meno possibilità di fare carriera. A livello parlamentare la portavoce 5stelle alla Camera dei Deputati, Tiziana Ciprini ha evidenziato come purtroppo non ci sia più il ministero Pari opportunità e che comunque l’impegno per debellare la violenza di genere si attivi su più fronti partendo dalla Convenzione di Istanbul che è stata ratificata subito dall’Italia. La portavoce in Consiglio regionale Umbria Maria Grazia Carbonari ha posto l’accento sulla necessità di comprimere i costi della politica promuovendo una gestione intelligente delle risorse, destinandole a strutture e servizi che possano contribuire a circoscrivere e poi debellare il fenomeno della violenza di genere. Il convegno si è concluso con la proiezione, alla sala cinematografica Melies, del film “La lapidazione di Soraya M.” che ha messo un luce un’altra drammatica realtà, la condizione della donna, che in alcune società viene ancora sottoposta alla lapidazione se accusata di adulterio. La proiezione ha aperto un altro  momento di dibattito al quale è intervenuto Taher Djafarizad, presidente dell’associazione Neda Day.

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