di Elle Biscarini e Giorgia Olivieri
Un servizio dalla durata di sei mesi per aiutarti a trovare casa al costo di 250 euro, potrebbe sembrare quasi un affare. Peccato che la realtà a cui fa capo, non sia un’agenzia immobiliare e che le sue condizioni non siano del tutto chiare. Un business da numeri incalcolabili, quasi decennale, con sedi in tutto il Paese, soggetti diversi coinvolti in ogni città. Un intreccio fumoso, secondo le testimonianze, per spingere persone con scarsa dimestichezza nella ricerca di una casa, a pagare per un servizio che, in molti casi, non esiste.
VAI AL VIDEO – L’INCHIESTA COMPLETA DI U24
250 euro In seguito all’inchiesta di Umbria24 sui falsi annunci Facebook di case a Perugia, abbiamo ricevuto numerose segnalazioni di studenti tramite il sindacato Link. Si tratta dell’impresa Trova affitto che, come si legge sul sito, dichiara di non essere un’agenzia immobiliare. Il servizio offerto è l’accesso a un ‘database’ di locazioni disponibili al costo di 250 euro. Starebbe poi a chi cerca casa contattare i proprietari e selezionare l’appartamento a cui si è interessati, concludendo di fatto l’affare. Queste locazioni, pubblicizza l’azienda stessa, sono tuttavia reperibili dagli utenti in maniera autonoma e gratuita su social media e siti web. In pratica, si offrono come ‘cercatori di annunci’. All’apparenza la modalità potrebbe risultare legittima, tuttavia si tratta di un’operazione al limite. Una volta contattati i proprietari, «le case risultano non essere disponibili, o già affittate o vendute» dicono gli studenti.
I nomi Ripercorrendo la storia dell’azienda, scopriamo che Trova affitto nasce come Casa veloce tra il 2010 e il 2015, per poi diventare Affitto privato, nel luglio 2020. L’ultimo cambio di nome all’inizio del 2021. A capo di queste società ci sono Daniele Marchesini fino al 2020 e poi Alessio De Cristofaro, con circa 20 sedi locali intestate e gestite da altri. Responsabile di Perugia, è un tale Andrea Cornacchia, proprietario di un commercio ambulante a Torino. Nessuno di loro è un agente immobiliare, nonostante di fatto agiscano per far incontrare domanda e offerta di locazioni. Ma per fare questo, «bisogna essere agenti immobiliari. Fare un corso, superare un esame e prendere un tesserino per svolgere la professione legalmente», dice David Mecucci, professionista del settore.
Il contratto Alla consegna dei 250 euro, gli utenti firmano un contratto sollevando l’agenzia dalla potenziale indisponibilità degli immobili. Nel contratto, però, si legge anche che il recesso anticipato è consentito, ma senza rimborso. Nel luglio del 2020, il presidente di Federconsumatori Modena, Marzio Govoni, denuncia a mezzo stampa l’allora Casa veloce e minaccia vie legali. «Non siamo andati avanti – spiega il presidente – perché i casi specifici si sono risolti. L’azienda ha risarcito tutti coloro che si sono rivolti a noi, in seguito a minaccia di denuncia». «Il problema – dice Maria Laura Sebastianelli, commercialista titolare dell’omonimo studio – di fatti sta nella forma di pagamento a priori senza possibilità di rimborso in caso di recesso anticipato. Non è corretto. Il contratto di per sé è astuto, dice chiaramente che non sono mediatori. Sarebbe interessante sapere cosa scrivono in fattura». Fatture che gli utenti che ci hanno contattato dichiarano di non aver ricevuto.
Mandato verbale Su internet il 72 per cento delle recensioni online dal 2015 ad oggi sono di utenti che denunciano trattamenti indesiderati. Nel novembre 2022, si interessa persino Striscia la notizia, indagando sulla sede romana della stessa azienda. I proprietari dichiarano di non aver firmato alcun documento con Trova affitto. Tuttavia, l’azienda dice di avere un mandato verbale, garantito dall’assenso telefonico alla domanda: «Possiamo mostrare il suo annuncio al nostro ‘database’ di utenti in cerca di alloggio?». Un mandato non esclusivo, di cui i lavoratori del settore confermano l’esistenza. «Ci sta che tu abbia un mandato verbale e non in esclusiva – dice Davide Giglio, procacciatore per un’agenzia immobiliare di Perugia – tuttavia, bisogna far firmare privacy e antiriciclaggio, a prescindere». Un ex dipendente riferisce, però, che anche i famosi ‘database’ di locazioni (o di utenti in cerca di case?) «non si sa da dove arrivino». «Qualcun altro cerca le case – dice l’ex dipendente – chi, non lo so, dove non lo so, ma io non ero l’addetto».