I sindaci di Foligno, Assisi, Città di Castello e Todi hanno scritto una lettera ai presidenti del tribunale e della corte d’appello per ribadire la loro disponibilità per utilizzo delle attuali sedi giudiziarie, come suggerito dall’ordine degli avvocati di Perugia.
Siamo disponibili I sindaci, riconfermano la propria disponibilità «per fare in modo che gli immobili, attualmente adibiti a sedi di sezioni distaccate di Tribunali, possano essere ancora utilizzati per lo svolgimento dell’attività giudiziaria e, in particolare, dal Tribunale di Perugia che, in questa delicata fase di transizione, si trova ad affrontare una complessa riorganizzazione».
I sindaci Lo scrivono in una lettera i sindaci di Foligno, Nando Mismetti, di Assisi, Claudio Ricci, di Città di Castello, Luciano Bacchetta e di Todi, Carlo Rossini, al presidente della Corte d’Appello di Perugia, Wladimiro De Nunzio, al presidente del Tribunale di Perugia, Aldo Criscuolo, al presidente del Tribunale di Spoleto, Emilia Bellina, oltre che alla presidente della giunta regionale, Catiuscia Marini.
Siamo disposti a pagare noi Nella lettera si sottolinea che «in riferimento alla riorganizzazione degli uffici giudiziari, che sta trovando concreta attuazione proprio in questi giorni, con notevoli disagi sia per i cittadini sia per gli operatori della giustizia, con la presente si intende riconfermare la disponibilità già espressa dai Comuni di Foligno, Assisi, Città di Castello e Todi e ribadita tempo fa dalla stessa Presidente della Regione Umbria. A tal fine, si manifesta la disponibilità dei citati Comuni a farsi carico delle spese di funzionamento e di gestione degli immobili stessi per tutto il periodo necessario a completare una organizzazione idonea a soddisfare le giuste esigenze dei cittadini e di tutti gli operatori. La suddetta proposta è finalizzata a limitare tali problematiche e a ribadire la sensibilità dei sopracitati Comuni verso il servizio giustizia».
Verini: criticità Secondo il deputato Walter Verini «l’applicazione della riforma della geografia giudiziaria presenta, come previsto, pesanti criticità anche nella nostra regione. Innanzitutto confermiamo la nostra contrarietà al decreto correttivo di qualche giorno fa, che ha ignorato la proposta del Pd, votata a grandissima maggioranza dalla Camera lo scorso 8 agosto, che chiedeva l’istituzione di presidi con funzioni di sezioni distaccate nelle sedi di tribunale chiuse. Ciò avrebbe significato e significherebbe, per esempio ad Orvieto, evitare la desertificazione giudiziaria e, al tempo stesso, l’intasamento e problematicità del tribunale accorpante».
Confusione e precarietà «Il Pd – prosegue Verini – aveva poi proposto la creazione di presidi presso le sedi di sezioni distaccate che sono state chiuse (Città di Castello, Gubbio, Assisi, Todi e Foligno) insieme all’ufficio del Giudice di pace da mantenere a carico dello Stato, come presidi di prossimità. In queste ore i processi di accorpamento stanno generando situazioni di confusione e di precarietà, con frammentazioni di archivi, depositi di fascicoli in luoghi diversi e dilazione ulteriore di procedimenti civili. Rispettare la scadenza del 13 non può, né deve significare creare caos e disorientamento. Confidiamo nella grande professionalità ed esperienza dei vertici degli uffici giudiziari umbri, perché tengano conto della realtà, dei problemi, e delle stesse posizioni dei sindaci interessati, valutando anche insieme a loro la possibilità di operare i trasferimenti con la necessaria gradualità. Se si vuole mandare avanti la riforma, lo si faccia con intelligenza organizzativa e senso della realtà».