L'azienda confiscata a Pietralunga

di Daniele Bovi

Mettere da parte, ogni anno, qualche euro da investire nella trentina di beni sequestrati alle mafie in Umbria e che, nel giro di 3-4 anni, dovrebbero essere definitivamente confiscati. A chiederlo è Walter Cardinali, presidente di Libera Umbria nel corso della conferenza stampa con cui martedì è stata lanciata la campagna «Riparte il futuro» di Libera e Gruppo Abele. «Il sequestro – spiega Cardinali – è stato confermato anche in secondo grado, ora si tratta di aspettare probabilmente 3-4 anni per la confisca definitiva». Nell’elenco ci sono, ad esempio, negozi, ristoranti, appartamenti, terreni, un capannone e così via sparsi tra Amelia, Narni, Terni, Foligno, Bastia Umbra, Città di Castello, Torgiano, Ponte Nuovo, Perugia e non solo. Al momento invece una sola è la struttura confiscata, ovvero l’azienda agricola di Pietralunga dove ogni estate Libera organizza i suoi campi.

La campagna Per quanto riguarda la campagna «Riparte il futuro» invece, Libera ha chiesto ai candidati presidente di sottoscrivere un patto, già firmato da Michele Vecchietti (L’Umbria per un’altra Europa) e Catiuscia Marini (Pd) che prevede una serie di impegni. Tra questi ci sono la pubblicazione, sul sito della campagna, della situazione economico-patrimoniale, dei possibili conflitti di interesse, delle eventuali pendenze giudiziarie. Nei primi 100 giorni poi viene chiesto di dare vita ad un’amministrazione trasparente, di approvare una delibera di giunta regionale «Integrità a costo zero», disegnata per ciascuna regione assieme al coordinamento territoriale di Libera di riferimento, e proporre politiche concrete di lotta a mafie, corruzione e di promozione della legalità e della trasparenza.

Le richieste In più ai candidati si chiede di regolamentare meglio i vitalizi (in Umbria aboliti a partire dalla legislatura che si sta per aprire) e uno stop per i condannati per mafia e corruzione. Oltre a ciò si propone lotta alla povertà, maggior sostegno a giovani e disoccupati e una maggiore tutela e valorizzazione di coloro che, all’interno dell’amministrazione, decidono di rompere il silenzio o di denunciare il malaffare: «Lo si potrebbe chiamare – dice Cardinali – il fischietto della legalità». Al presidente vincitore Libera consegnerà un braccialetto bianco per ricordare gli impegni presi per quanto riguarda la trasparenza della propria situazione «e – spiega Cardinali – se il nuovo presidente non darà seguito alle parole altrettanto pubblicamente diremo che non l’ha fatto».

L’Osservatorio Inoltre Libera Umbria chiede un ampliamento e un rafforzamento dell’Osservatorio regionale sulle infiltrazioni mafiose: «È l’unico strumento – spiega Walter Cardinali – di cui disponiamo per segnalare ciò che non va, per interloquire con le istituzioni e difenderci da malaffare e corruzione». «È un impegno – dirà poi Catiuscia Marini in una nota nel corso del pomeriggio – che è già presente nel mio programma elettorale, insieme al sostegno all’uso sociale dei beni confiscati alle mafie».

Twitter @DanieleBovi

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