La carica della polizia

di Marco Torricelli

A palazzo Chigi. L’incontro per il quale il ministro Federica Guidi aveva convocato i sindacati per le 10 presso il ‘suo’ Mise, si sta svolgendo invece a palazzo Chigi e, almeno all’inizio, c’era pure il presidente del consiglio, Matteo Renzi.

La giornata drammatica Ovvio che quanto accaduto mercoledì per le vie di Roma ha avuto ilsuo peso in questo cambio di strategia del governo e, soprattutto, del premier. Ora non resta che attendere gli esiti di questo vertice che è iniziato con Renzi che ha fatto tesoro del detto secondo il quale la miglior difesa è l’attacco: «Parliamoci chiaro – ha detto ai sindacalisti – io non consentirò di strumentalizzare Terni, perché l’imperativo morale è chiudere la vicenda e le discussioni politiche le lasciamo fuori da qui». Poi il premier se n’è andato, lasciando lì il ministro Guidi.

L’Ast Gelido, come da copione. Quasi alla fine di una giornata drammatica – e non è un modo di dire, visto che c’è gente con la testa spaccata dalle manganellate – l’Ast invia un comunicato nel quale dice che «nel corso di un incontro fra il ministro Federica Guidi e l’amministratore delegato Lucia Morselli, il ministero dello sviluppo economico ha proposto delle modalità alternative per l’implementazione del piano di ristrutturazione e di rilancio di Ast nel rispetto degli obiettivi economici inizialmente definiti».

«Iniziative di supporto» Ast fa sapere di ritenere «che tali proposte possano essere di supporto per l’individuazione di un percorso alternativo all’ottenimento della prevista riduzione del costo del lavoro di circa 30 milioni di euro l’anno e contemporaneamente garantire l’integrità del sito produttivo di Terni».

Nuove minacce Ast, però, «ribadisce comunque che nel caso in cui queste proposte alternative non fossero compatibili con il previsto contenimento dei costi, dovrà adottare le misure previste nel piano già presentato lo scorso 17 luglio». Ast, infine, «accoglie le sollecitazioni del ministro Guidi a proseguire ed a intensificare le trattative in corso con le organizzazioni sindacali, anche presso sedi istituzionali, con l’intento di valutare tutte le opzioni possibili che possano portare al raggiungimento degli obiettivi di ristrutturazione economica e rilancio industriale nel rispetto degli iniziali obiettivi economici definiti e conferma di ritenere necessarie riduzioni di costi,  fra cui il costo del personale, per circa 100 milioni di euro». Su quanto accaduto a Roma, manco una parola. Non è cosa che li riguardi, evidentemente.

Manganellate Sono piovute sui lavoratori ternani che hanno tentato di spostarsi dalla sede dell’ambasciata tedesca verso la sede del ministero dello sviluppo economico. Le forze dell’ordine hanno impedito lo spostamento e quando sono entrate in contatto con le prime file dei lavoratori, sono partite le manganellate.

IL VIDEO DELLE MANGANELLATE

Renzi si muove Il presidente del consiglio, Matteo Renzi, si muove: ha telefonato al segretario della Fiom, Maurizio Landini e ha incontrato i rappresentanti di Federacciai e Cassa depositi e prestiti. Il presidente del consiglio ha sentito al telefono anche il ministro dell’interno, Angelino Alfano, al quale ha chiesto di avere tutti gli elementi per fare chiarezza sui fatto di piazza Indipendenza, con le cariche delle forze dell’ordine che hanno portato al ferimento di quattro manifestanti, tra cui un sindacalista.

‘Giallo’: telefonate o sms? Landini, però ha smentito Renzi: «Abbiamo avuto contatti con il sottosegretario Delrio, non con altri». E allora palazzo Chigi precisa: ci sarebbe stata una prima chiamata di Landini a Renzi, senza risposta, alle 16.25. La risposta di Renzi, tramite centralino, alle 17.19. Sarebbero poi seguiti degli sms. Che non è proprio la stessa cosa.

Una decina di feriti Alcuni lavoratori – si parla di una decina – sono rimasti feriti. Colpiti anche i dirigenti Fiom Rosario Rappa e Gianni Venturi. I manifestanti, secondo la questura di Roma «muovendosi in un corteo improvvisato hanno tentato di forzare il cordone di poliziotti posti a sbarramento, allo scopo di raggiungere la stazione Termini per occuparla, passando per via Solferino».

La stazione «A questo punto le forze dell’ordine – scrive la questura in un comunicato – sono state costrette a fronteggiare un folto gruppo di persone per evitare che tale azione venisse portata a termine. Per evitare conseguenze peggiori, nonostante la manifestazione fosse stata autorizzata in forma statica, è stato concesso ai lavoratori di poter effettuare un corteo da piazza dell’Indipendenza fino a via Molise dove ha sede il ministero dello sviluppo economico. Durante l’azione di contenimento, alcuni agenti e un funzionario di polizia, fatti oggetto di un nutrito lancio di bottiglie e altri corpi contundenti, sono rimasti contusi. Tre manifestanti hanno fatto ricorso alle cure dei sanitari del pronto soccorso del Policlinico Umberto I».

La smentita La questura di Roma, accusa il deputato di Sel Ciccio Ferrara,  «ha detto una falsità. Non è vero che i lavoratori volevano occupare la stazione Termini, volevano andare al Mise. Chi ha sbagliato deve pagare».  Anche i sindacati dei metalmeccanici, unitariamente, hanno richiesto «una smentita del comunicato assurdo della questura sulla volontà dei manifestanti di voler bloccare la stazione Termini. Abbiamo chiesto – spiega il segretario nazionale della Fim, Marco Bentivogl i- la ricerca dei responsabili dell’ordine pubblico e la garanzia che le manifestazioni pacifiche dei lavoratori siano accolte con maggior rispetto».

«Dimissioni» La bufera ai scatena, adesso, sul ministro dell’interno, Angelino Alfano:  «La violenza usata oggi dalle forze dell’ordine nei confronti di lavoratori e sindacalisti che manifestavano pacificamente a Roma in difesa delle acciaierie Ast di Terni è del tutto inaccettabile, per questo -dicono  i segretari generali della Cgil dell’Umbria, di Terni e di Perugia, Mario Bravi, Attilio Romanelli e Vincenzo Sgalla – chiediamo ai parlamentari umbri un intervento deciso nei confronti del governo, con la richiesta di dimissioni del ministro dell’interno».

L’inchiesta La procura di Roma è in attesa di un’informativa della Digos per l’eventuale apertura di un’inchiesta legata al ferimento di tre manifestanti, coinvolti in alcuni scontri con la polizia, nell’ambito del corteo degli operai delle Acciaierie Terni-Ast. Sarà il procuratore aggiunto Giancarlo Capaldo a valutare se in relazione a quanto avvenuto oggi nel centro della città sussistano responsabilità di natura penale.

Il Sap: «Baggianate» Pesante, e probabilmente destinato a rinfocolare le polemiche, l’intervento Gianni Tonelli, segretario generale del sindacato di polizia Sap:  «E’ chiaro che ci sono stati dei disordini, ma questo è avvenuto perché qualcuno all’interno della manifestazione, probabilmente esasperato, è andato al di là del consentito e ha reso necessaria qualche carica di alleggerimento. Ma come in questo caso l’uso delle telecamere sarebbe stato essenziale. Tutti gli operatori su strada dovrebbero averne una in dotazione, così finirebbero anche queste baggianate».

«La sceneggiata» Non contento, Tonelli rincara la dose:  «Evidentemente la sceneggiata del sindaco di Terni che un anno fa si è inventato una manganellata della polizia, salvo poi dover riconoscere che si era trattato dell’ombrellata di un manifestante, non ha insegnato nulla. Aspettiamo di conoscere i fatti nel dettaglio. Una cosa è sicura – conclude Tonelli – noi come Sap siamo e restiamo senza se e senza ma dalla parte dei colleghi».

Il ministro alla Camera Federica Guidi, parlando alla Camera dei deputati ha esordito garantendo che «entro sera avremo i risultati delle verifiche su quanto accaduto in mattinata e sugli incidenti che si sono verificati». Poi ha spiegato che quella di Ast è una «vicenda di rilevanza particolare e sulla quale hanno pesato e pesano le scelte operate dalla Commissione europea» e che «ThyssenKrupp ha denunciato perdite per circa 900 milioni di euro, probabilmente anche per scelte imperfette», in in periodo in cui  «le importazioni dalla Cina sono arrivate al 34%» e nel quale «il quadro delle relazioni industriali della società si è deteriorato».

Piano inaccettabile «Il piano presentato il 17 luglio – ha detto il ministro – era drammatico e prevedeva circa 550 esuberi e 100 milioni di euro di risparmi, il 40% dei quali da ottenere con tagli al lavoro, con esuberi e riduzione del salario», con un «serissimo rischio di mantenere in servizio entrambi i forni di fusione», tanto che «il piano venne dichiarato inaccettabile dal governo, che ne ha chiesta la revisione», perché «provocherebbe un ridimensionamento insostenibile per un’azienda che il governo considera strategica».

Le proposte «Il governo – ha spiegato Federica Guidi – si è attivato nei confronti dell’azienda, chiedendo di valutare la possibilità di limitare l’impatto sul lavoro a 30 milioni di euro, grazie ad un intervento del governo, con un servizio di consulenza dedicato a possibili risparmi energetici», mentre «al piano di investimenti per 100 milioni di euro in tre anni, l’azienda si è detta disponibile ad aggiungerne 10 per il settore di ricerca e sviluppo», oltre al trasferimento «della linea 5 di Torino a Terni, con un investimenti di circa 30 milioni di euro». A fronte di questo il governo ha proposto di ridurre i «tagli al personale a 290 unità, da gestire in 24 mesi con la mobilità incentivata».

‘Caldo’ e ‘freddo’ Il ministro ha poi confermato che l’azienda vuole riposizionare «verso le produzioni ‘a freddo’, pur senza abbandonare quelle ‘a caldo’», tanto che il governo avrebbe proposto «di mantenere un forno in funzione su 21 turni alla settimana e l’altro in funzione su 15 turni», con una produzione stimata «di circa un milione di tonnellate all’anno».

Esuberi e integrativo Una ‘concessione’ che l’azienda sarebbe disposta a concedere, ha detto il ministro «è quella rappresentata dal tener fuori dal numero di 290 esuberi, i giovano che lavorano con contratto a termine e gli apprendisti». Poi ha affrontato la questione del contratto integrativo: «La trattativa non potrà essere mediata dal governo, che non può e non vuole entrarci – ha detto Federica Guidi – ma abbiamo messo a disposizione una sede istituzionale e i ministeri dello sviluppo economico e quello del lavoro potranno collaborare per cercare una soluzione».

«Situazione in evoluzione» Il ministro Guidi ha poi fatto capire che molti altri aggiustamenti non sono ipotizzabili, visto che ha parlato di «minimizzazione degli esuberi, perché è impossibile puntare al ‘livello zero’». La procedura di mobilità che è stata aperta «potrà essere considerata un punto di partenza nella trattativa».

Il dibattito Alla Camera si è poi passati alla consueta serie di interventi politici sulla vertenza Tk-Ast. Ma quello che era importante era l’intervento del ministro. Che ha fatto chiaramente capire quale sia la volontà del governo.

Ore 16,15 Alla Camera dei deputati sta iniziando la relazione del ministro Federica Guidi sulla situazione di Ast. Alcune decine di lavoratori, per iniziativa del M5S, potranno assistere alla sua esposizione.

Ore 15,30 La delegazione sindacale è appena uscita dal Mise. Questo il resoconto dei sindacalisti: «Il ministro Guidi ha ripetuto che sta lavorando per cambiare il piano industriale di ThyssenKrupp. Domani verranno pagati gli stipendi se faremo entrare in azienda i tre impiegati che devono materialmente effettuare le operazioni tecniche. Il governo ha chiesto all’azienda di non chiedere ribassi insostenibili alle ditte terze. Entro la prossima settimana il governo ci convocherà per fare un’ulteriore verifica».

Ore 14,30 Secondo la questura di Roma, non c’è stata una «carica» della polizia contro i manifestanti, ma «solo un’azione di contenimento». Secondo la questura, i manifestanti avrebbero tentato di forzare il cordone della polizia a piazza Indipendenza e a quel punto sarebbe scattata l’azione di «contenimento».  A colpi di manganello.

Ore 14,05 Una delegazione sindacale verrà ricevuta al Mise.

Ore 13,50 Maurizio Landini è tra i lavoratori e annuncia: «Vogliamo essere subito ricevuti dl governo per denunciare con forza quanto accaduto. Fino a quando non ci sarà un incontro noi non ce ne andiamo».

Ore 13,45 Il corteo dell’Ast sta arrivando sotto la sede del Mise, dove sono presenti anche i lavoratori di altre aziende in crisi, che li hanno accolti con un applauso.

Ore 13,30 I lavoratori si stanno dirigendo in corteo verso il Mise. La decisione di spostarsi verso il ministro era stata presa quando l’ambasciata tedesca ha fatto sapere di aver intenzione di prendere semplicemente atto della visita dei lavoratori, ma senza voler prendere alcun impegno. La polizia è schierata nei pressi del ministero

LE IMMAGINI DEGLI SCONTRI

Il governo «Siamo moderatamente ottimisti sulla soluzione di questa vertenza». A dirlo è stata il sottosegretario al lavoro, Teresa Bellanova al termine dell’incontro, che si è svolto al ministero dello sviluppo economico sulla vertenza dell’Ast.  All’incontro al Mise, durato circa due ore, hanno preso il ministro Federica Guidi, l’ad di Ast Lucia Morselli e la stessa Bellanova.

Nessun dettaglio Per il momento non ci sono dettagli sul contenuto dei colloqui e se ne potrà forse sapere di più nel pomeriggio, quando il ministro Guidi riferirà alla Camera dei deputati.

Lavoratori in ambasciata Partenza presto. Dalle portinerie delle acciaierie. Lavoratori, sindacalisti e rappresentanti istituzionali si sono rimesi in viaggio, con direzione Roma, via San Martino della battaglia. Dove sta villa Almone, sede dell’ambasciata di Germania.

LA VERTENZA TK-AST

La manifestazione Qualche centinaio di lavoratori – i sindacati hanno predisposto dieci autobus, ma c’è anche chi ha deciso di andare in auto o in treno – stanno facendo sentire la loro voce direttamente alla rappresentanza diplomatica tedesca, alla quale è stato anche chiesto un incontro:  «Loro lo sanno già, ma noi glielo vogliamo dire con chiarezza, quello che i loro connazionali ci stanno facendo – dice un operaio – e abbiamo anche intenzione di dir loro che noi lavoratori italiani non accettiamo trattamenti diversi da quelli che vengono riservati ai nostri colleghi tedeschi».

FOTOGALLERY IL CORTEO

Delegazione ricevuta Una rappresentanza dei lavoratori di Ast è stata accolta nell’ambasciata ed ha esposto al portavoce dell’ambasciatore le motivazioni che hanno portato alla mobilitazione. La richiesta dei rappresentanti dei lavoratori è stata quella di un intervento sulla multinazionale.

GUARDA IL VIDEO

Bollettino medico Sono due i manifestanti soccorsi dal 118 e trasportati al policlinico Umberto I in codice verde per le contusioni riportate durante le tensioni al presidio dei lavoratori della Ast di Terni di fronte all’ambasciata tedesca a Roma.

LA STORIA DI AST

Il conto corrente Da lunedì è operativo il conto corrente bancario di solidarietà, presso la filiale di Unipol Banca di via Tre monumenti, che ha contribuito con un primo versamento. Chi vorrà effettuare dei versamento dovrà indicare l’Iban IT80 F031 2714 4000 0000 0005 100, indicando come casuale ‘Solidarietà vertenza Ast’.

IL VIDEO DEL PICCHETTO A PERUGIA

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